in Magazzino
Roberta ha delle belle tette, non le mostra con scollature poderose però si fanno notare.
Antonio è un uomo sui cinquanta, alto, distinto, educato ed innamorato di Roberta: la sua collega. Ogni giorno cerca di dare una sbirciata al solco tra le tette e se magari lei indossa gli stivali e quella gonna nera un po' corta, cerca di buttare l'occhio anche in mezzo alle cosce.
Da maggio a ottobre le giornate di Antonio in ufficio si fanno infuocate: gli abiti leggeri di Roberta lo mettono a disagio davanti a lei. La fissa spesso e se ne accorgono tutti: è più forte di lui. Quando fa caldo, inevitabilmente, la scollatura è maggiore, le calze non ci sono più e la coscia nuda per il povero Antonio è una tortura.
Alcune volte si è dovuto rintanare in bagno e spararsi una monumentale sega per darsi una calmata.
Roberta sa tutto perché ha notato infiniti sguardi, mezze frasi e, in certi casi, totali erezioni. È una mamma sola di 47 anni, ha una discreta vita sociale e sessuale, sceglie bene i suoi partners e il povero Antonio non sarebbe in lista nemmeno nella proverbiale isola deserta.
Lui la ama, la desidera, la sogna e farebbe di tutto anche solo per un bacio.
In ufficio Roberta ha il compito di mantenere i rapporti con alcune ditte esterne all'Ente; una di queste ha da poco assunto un aitante trentenne, Andrea, che per ragioni lavorative è spesso in contatto con Roberta. Antonio (che si occupa di tutt'altro) nota l'interesse che Roberta nutre per Andrea e subisce in silenzio. Una volta l'aveva sentita dire ad un'altra collega «Andrea ha proprio un bel culo! ».
Durante le riunioni di lavoro Antonio cerca sempre di sedersi vicino alla sua amata per cercare di parlare un po'; lei cortesemente accetta la compagnia ma nulla più. In una di queste riunioni Antonio ha anche filmato le cosce di Roberta col telefonino: un gesto terribile, del quale si vergogna, ma non riesce a cancellare quel video che dura solo qualche decina di secondi. Anzi a casa se lo rivede e la mano, inevitabilmente, scivola tra le proprie mutande.
Una sera di fine luglio Roberta doveva ricevere Andrea per un sopralluogo: conteggio di scaffali e sistemazione di scatole per ricevere dei nuovi materiali che sarebbero stati portati di li a poco; lei era convinta che non ci fosse nessun altro se non loro due. Quella sera Antonio si trovava per caso in magazzino e si accorse, non visto e nascosto in penombra, che l'intimità tra i due era maggiore di quanto si potesse pensare. Quando Roberta e Andrea si trovarono nel lungo corridoio che porta ai depositi si baciarono appassionatamente Antonio, tra le centinaia di scatole piene di materiale ancora da sistemare a scaffale, ebbe un sussulto ma si trattenne.
Le mani di Andrea scivolarono sul culo di Roberta massaggiandolo avidamente. Roberta indossava un vestito fiorato lungo sino alle caviglie che si reggeva con una fascia sul seno appena sotto le ascelle. Niente spalline. Sarebbe bastato un solo gesto e le poppe sarebbero saltate fuori come due palloncini.
«Non qui» disse lei spostandogli la mano; ma lui con l'altra si fece insistente e voglioso e iniziò a massaggiarle le tette.
«Dai potrebbero vederci».
«Ma se siamo soli, sono tutti in ferie».
«Non tutti c'è ancora Antonio su in ufficio».
«non scenderà mai qui giù adesso, sta per andare via».
Lei non si oppose più e si lasciò prendere dalla foga del momento. Era da molto che non scopavano e non aveva le forze per opporsi completamente a quella follia. Mai fatto a lavoro ma entrambi sentivano l'eccitazione e la passione per il proibito.
Antonio era sconcertato e l'unica cosa che gli venne in mente fu quella di iniziare a segarsi per bene, con calma. Mentre si baciavano le carezze dei due amanti si fecero audaci e la mano di lei massaggiava il pacco di lui; il gesto era volgare ed eccitante. Andrea teneva saldamente in mano le chiappone di Roberta; le fece sentire la stretta virile e la voglia che aveva di lei.
«Mmmmh, che foga! » disse ridendo; poi si inginocchiò e prese in bocca in già grosso membro di Andrea. Ogni tanto qualche schiocco riecheggiava nell'ambiente semi vuoto.
«Vieni con me» gli disse. Fecero qualche passo, lui in piedi con le mani sui fianchi e lei seduta su una scatola che continuava quello che aveva iniziato. Lui godeva e i minuti sembravano ore.
«Dai, così... aahh, si... si... dai! cazzo che bello, continua» ma lei smise, si alzò in piedi e mise una gamba sulla scatola e prese in mano il cazzo di Andrea.
«Toccami!» gli ordinò poi.
Andrea iniziò a sollevare il vestito, arrivò alla passera e...
«Quando le hai tolte?» chiese divertito.
«Prima di scendere, sono in borsa da me in ufficio»
«Maiala» disse lui. Sorrisero insieme.
La masturbava con foga come se non ne vedesse da anni, mentre lei, con quelle sue mani inanellate e non tanto gentili, segava il pisellone duro; prima tutta l'asta e poi sempre più in punta, vicino alla cappella già umida. I sospiri si intrecciavano con ritmo, Andrea con un leggero movimento di bacino cercava di scoparsi la mano di Roberta.
Era troppo per entrambi, difficile resistere. Roberta lo guardò negli occhi per un attimo e poi lo baciò. Lui si sedette sullo scatolone e divaricò le gambe. Roberta si infilò tutto il cazzo nella patata e subito iniziò una cavalcata sensualissima.
«Mmmmm, Mmmmm, si, dai, mi fai venire... spingilo, si, così, così... »
«Mi piace, la sento, è bollente, mi fai morire» le abbassò il vestito e si tuffò in quelle tette bellissime afferrandole con entrambe le mani. Sembravano due pezzi di pasta per dolci già lavorata.
Antonio continuava a segarsi, sentiva tutto e l'eccitazione di Roberta divenne la sua; venne copiosamente in terra. Trattenne miracolosamente un gemito e si appoggiò silenziosamente al pilastro per godersi il resto.
«Continua, non smettere, ancora, si, così, si, si, si, si, siii... buttamelo dentro... aaaahh, vengoooo!!! Ahhhh, mmmmmm».
Era un lago, teneva le mani sulle spalle di Andrea e ruotava il bacino lentamente, per sentire di più il sesso.
«Mmmmh, che bello! » sussurrava
«mi hai fatto venire... ».
Stava ancora godendo qunado iniziò a rallentare fino a fermarsi. Si inginocchiò davanti a lui e lo prese tra le mammelle bollenti. Andrea era in estasi e sempre più in tiro.
»si, dai... belle. Mi fai venire... ».
La spagnola di Roberta si interruppe solo di tanto in tanto per tenere un altro po' in bocca quel grosso membro. Poi si girò e si sedette sopra Andrea dandogli le spalle. Con le mani appoggiate alle ginocchia del partner Roberta rimbalzava sul cazzo come una molla; continuava emanando gemiti e sospiri sempre più forti. Andrea, da dietro, si aggrappò alle tette e divaricò ancora leggermente le gambe per favorire la penetrazione. Il vestito di lei era totalmente sollevato e Antonio si godeva un panorama che non aveva mai nemmeno sognato.
Andrea era potente e la colpiva con vigore.
«Dimmi che ti piace... Fammi sentire come godi... dimmelo».
Roberta godeva tantissimo
«Si mi piace, mi piace come mi scopi. Mi fai morire! vengo, siiii! Oh Oh deu! aaaahhh, siiiiiihh!!!».
«Anche io godo... sei bellissima, uh uh uh...vengo!!! eccomi!!!».
«Si vieni, dai!».
«sborro... sto godendo...».
Roberta fece appena in tempo a estrarsi il cazzo e accennare una sega.
«spruzzami... bravo... dai! vieni».
Il primo volò alto e colpì le cosce di Roberta, gli altri schizzi forti e bollenti silurarono la pancia e il vestito fino alle tettone mentre lei ancora assecondava il movimento. La sborra si mischiava al sudore della scopata e l'odore di sesso si percepiva in tutta la penombra della sala.
Antonio non parlò mai con nessuno di ciò che aveva visto; conservò però, all'insaputa di tutti, uno splendido video.