La testimone di nozze

Sono stato molto innamorato della mia prima vera fidanzata Alessia. Dopo circa sei anni di fidanzamento decidemmo di sposarci. Una delle sue prime scelte in vista del matrimonio fu quella di avere come testimone di nozze una sua vecchia amica di scuola che si era trasferita anni prima in un'altra città per studiare e lì aveva trovato anche l'amore. Io in tutti gli anni di fidanzamento non l'avevo mai incontrata anche se dalle foto mi
era sempre sembrata una bella ragazza.
Ovvio che non avevo niente in contrario e un giorno la mia ragazza mi comunicò che Barbara, l'amica, sarebbe tornata in città proprio per incontrarci in vista della preparazione della cerimonia. Sarebbe arrivata un venerdì sera insieme al fidanzato e quindi fissammo un ristorante dove avremmo cenato insieme.
Arrivammo al ristorante e loro erano fuori ad aspettarci: grande gioia della mia ragazza, abbracci baci e presentazioni reciproche. Appena vista mi resi conto che la mia opinione era esatta: era una bellissima ragazza, alta un po' più di un metro e settanta, occhi azzurri, capelli castani lisci lunghi poco sotto le spalle, magra con un fisico perfetto, viso delicato e labbra a cuore meravigliose esaltate da un rossetto rosso chiaro. La camicetta a fiori leggermente aperta su un seno ideale, una terza, minigonna bianca che lasciava vedere due splendide gambe affusolate messe in risalto dalla scarpa con il tacco. Rimasi a dir poco estasiato da tale bellezza. Lei mi salutò con grande cordialità come se fossimo vecchi amici. Ero un po' imbarazzato ma mi comportai come se non avessi accusato il suo fascino. La serata andò avanti così fra vecchi aneddoti e racconti di vita vissuta.
Lei e il suo ragazzo sarebbero rimasti in città per il weekend e il giorno dopo le due ragazze avrebbero dovuto progettare varie cose per il matrimonio.
La notte ripensai a Barbara e dormii sonni molto agitati, non riuscivo a togliermela dalla mente. Temetti di aver capito, per la prima volta nella mia vita, cos'è un colpo di fulmine.

Il sabato mattina mi svegliai agitato, con un gran mal di stomaco al pensiero di lei. 
Non avrei dovuto incontrare la mia ragazza e la sua amica fino alla sera a cena ma stavo male se non la rivedevo e dovevo trovare un motivo per stare con loro. Telefonai alla mia fidanzata e trovai una banale scusa per andare, lei protestò "ma oggi devo fare delle cose con Barbara, lasciaci da sole!"; in sottofondo sentivo Barbara che diceva "ma dai non importa, fallo venire, non credo che ci possa disturbare così tanto". Io a sentire quelle parole
ebbi un sussulto d'emozione: "vedi? lo dice anche Barbara che non darò fastidio". "Ok, vieni ma non esserci d'intralcio!" rispose la mia ragazza.
Così andai da loro, lei era magnifica, non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso, ero inebetito e feci di tutto per non farmene accorgere. Ogni tanto, incrociando gli sguardi con lei vidi o pensai di vedere un leggero sorriso che non significava niente ma faceva sussultare il mio cuore.
Cazzeggiando mentre loro si occupavano di pianificare cose in previsione del giorno del matrimonio mi misi a guardare dei fogli di carta leggera per le partecipazioni e scorrendoli mi tagliai leggermente un dito, nulla di che ma fastidioso. Andai in bagno a disinfettarmi mentre loro si fermarono per una pausa caffè. Alessia andò in cucina a preparare una specie di merenda e Barbara venne in bagno a lavarsi le mani. 
Mentre parlavamo lei disse: "aspetta ti aiuto a disinfettarti e metterti un cerotto". Non c'era nessun bisogno di aiutarmi ma io non seppi cosa rispondere.
Così prese la mia mano fra le sue e mentre mi disinfettava carezzava dolcemente le mie dita.

Io ero agitatissimo e emozionato e lei lo vide sicuramente.
Ero turbato ad essere così vicino a lei e a sentire il contatto della sua pelle. "Che belle mani" mi disse e mentre lo diceva la prese e la baciò, mettendosi poi un dito in bocca e ruotandoci attorno la sua lingua. Io, sotto shock, assecondai il suo gesto e fu visibile come mi stessi eccitando.
Lei poi portò il mio dito al naso facendomi segno di fare silenzio. Si avvicinò e mi dette un leggero bacio sulle labbra prima di girarsi e uscire fuori velocemente dal bagno. Io fui sul punto di svenire: lei, una ragazza splendida della quale ero già innamorato, la migliore amica della mia donna, che si faceva avanti in modo così sfrontato anche se delicato.
Entrai in una specie di bolla che non mi fece più capire nulla per i seguenti due giorni. Fummo insieme a lei e al suo ragazzo ma io avevo occhi solo per Barbara. Alessia mi fece notare un paio di volte che le sembravo svagato ma io minimizzai.

Passarono cinque o sei giorni dopo che Barbara fu tornata nella città dove viveva e scoprii che aveva chiesto il mio numero di telefono alla mia ragazza con qualche scusa legata ai preparativi. Mi chiamò una sera prima di cena e chiacchierando in modo amichevole mi disse "ti scrivo su whatsapp quando sono 
sola e quando so che non sei con Alessia, ti va?". "si certo" risposi.

Ovvio la frase poteva non avere nessun secondo fine ma dal modo in cui lo disse fui certo fin da subito che non si sarebbe parlato di preparativi per il matrimonio.
Verso mezzanotte di quel giorno mi inviò una foto di lei a letto mezza nuda con il seno coperto dal braccio e il pube dalla coperta con scritto "Mi piaci, lo sai? Fin dal primo momento che ti ho visto". Fu così che confessai "anche io, penso solo a te da quel momento".
Iniziò quella sera uno scambio di messaggi con lei che furono sempre più intensi fino ad arrivare a veri e propri messaggi erotici, con video di entrambi nudi, dove ci masturbavamo ognuno pensando all'altro. Si rivelò una vera porca, così come io mi rivelai un vero maiale. Le chiedevo cose mai pensate e lei eseguiva. Infilava la mano nella fica, si inculava con il dito medio, ogni volta era una sorpresa e un godimento da impazzire.
Passammo alle videochiamate con grandi rischi per entrambi; più di una volta fui sul punto di venire scoperto da Alessia. Dopo qualche settimana io le dissi che volevo cancellare il matrimonio ma lei si oppose: "Non voglio, il mio fidanzato è ricco e mi fa stare alla grande, anche se non sa scopare e forse è gay e non vuole dichiararlo" Fu come cadere nel baratro, io avevo già iniziato a pensare di annullare e mettermi con lei.

Per qualche giorno io fui in crisi e pensai che siccome non potevo stare con lei tutto questo dovesse finire.
Un pomeriggio Barbara mi chiamò mentre ero al lavoro dicendomi che era rientrata in città e che voleva vedermi. Fissammo presso un caffè.
Io ero emozionato come non mai. Mi aspettava a un tavolino, bella come il sole. Mi sedetti accanto a lei e parlammo di tutto quello che era successo fra noi, ma improvvisamente mi prese una mano e la mise sotto la sua gonna "Senti come sono bagnata, non ho messo le mutandine". Le mie dita entrarono nella sua fica umida, lei fu scossa da un fremito. Lì nei tavolini del locale le feci un ditalino sapendo che avrebbero potuto vederci altre persone o forse lo facemmo proprio per questo. Andammo via eccitati e ci allontanammo con la mia auto verso la campagna. Facemmo l'amore prima in auto poi volle che le venissi in faccia fuori dall'auto. Lei era tornata in città all'insaputa di Alessia, io dissi alla mia ragazza che facevo uno weekend da solo in montagna e invece furono tre giorni di sesso con Barbara. Volle sperimentare ogni sorta di perversione. La scopai per ore, volle essere sodomizzata, legata, frustata, bevve la mia sborra e la mia pipì, mi inondò con la sua urina più e più volte, la bevvi e gliela risputai in bocca. Le scopai il culo con la lingua le infilai la mia mano tutta nella fica, urlava dal dolore e godeva, la picchiai perchè voleva che la trattassi da puttana quale era. Volle essere la mia schiava per tre giorni. Non potevo credere che una bellissima ragazza, così fine, elegante e innocente in pubblico stesse diventando la mia schiava che amava essere offesa, umiliata e picchiata. Detti sfogo a tutte le mie perversioni e lei mi seguì da vera cagna fedele. Fu un godimento assoluto.
Mi fece sentire potente e soddisfatto. Lei si affidò totalmente alla mia guida. 
Ormai mi sembrò evidente che non potessi più sposarmi con Alessia, fu un terremoto di emozioni e sensazioni che non potevano essere ignorate.
Barbara mi implorò di non lasciare Alessia, fummo di nuovo lontani, il sexting e i video non servivano più, avevamo esplorato ogni nostro desiderio più segreto e solo stare insieme poteva placare questa passione.
Iniziammo un periodo di incontri fugaci a metà strada, dove ogni volte ci spingevamo oltre, da fare sesso all'aperto all'essere la mia schiava fino allo svenimento. La frustavo, le mettevo dildo enormi nelle fica e nel culo, le facevo bere litri di piscio, più la torturavo e più lei godeva. Ero il suo padrone.
Queste mie perversioni si affacciarono anche con la mia futura moglie la quale rimase sconvolta e pianse quando, durante una doccia, le pisciai addosso e la constrinsi a berla mentre le sfondavo la fica con la mia mano. Per lei fu uno shock e mi chiese di non farlo più.
Io non me la presi più di tanto, avevo la mia schiava a totale disposizione; la ragazza perfetta, bellissima e di classe che nel privato si trasformava in oggetto da seviziare.
Venne il giorno ufficiale di fidanzamento dove, davanti alle nostre famiglie e amici, ci scambiammo una promessa pre matrimoniale. Era un sabato pomeriggio.
Nel giardino dei miei suoceri tutto era pronto ed impeccabile. Barbara era magnifica e tutti le sbavavano dietro. Lei ora era single, con il fidanzato era finita da tempo. Io la bramavo con gli sguardi. Ci baciammo sulle guance come se niente fosse ma i nostri occhi dicevano tutt'altro. Nella lunga serata ci trovammo nella cucina per caso, ebbi solo il tempo di metterle due dita nella fica e un dito in culo per sentire se era bagnata pensando a me e 
guardandomi girarle intorno. In questo fugace momento mi disse "voglio brindare con la tua sborra, la voglio bere!". Lei aveva un tubino bianco senza reggiseno che esaltava il suo corpo. Era senza mutandine. Stavo impazzendo. Mi leccai le dita bagnate del suo succo di fica. Ero sconvolto, in difficoltà davanti ai parenti e amici che brindavano a me e Alessia.
A un certo punto vidi Barbara andare in bagno e senza farmene accorgere la seguii. Lei lo sapeva, entrai nel bagno dei miei suoceri e la trovai seduta sulla tazza a gambe aperte, mi disse "ho pisciato, leccamela adesso per favore". Io le risposi che prima doveva mangiarmi il cazzo e glielo misi in bocca mentre la sditalinavo.

Mi succhiò fino a farmi venire inghittendo la mia sborra.

A quel punto mi inginocchiai e le leccai la fica. Mi faceva impazzire il suo sapore di fica e piscio.

Alternavo la mia lingua con le dita cercando di portarla all'orgasmo che arrivò improvviso.

Un fiotto del suo succo mi inondò la faccia. Bevvi il suo sapore con soddisfazione.

Ci eravamo isolati dal resto del mondo inconsapevoli del tempo che era passato.

Ci sistemammo i vestiti velocemente, aprimmo la porta del bagno e... Alessia, la mia fidanzata, era in piedi davanti alla porta sotto shock con le lacrime agli occhi.
Negare sempre era il mio motto ma quella volta fu impossibile, ci aveva beccato e aveva sentito tutto da dietro la porta. Mormorò a entrambi: "Non mi rovinerete questa giornata. Ne parleremo stasera". La serata andò avanti senza che nessuno di noi tre lasciasse intravedere nulla, fino a quando a notte fonda non rimanemmo soli.
Era il momento della resa dei conti.
Alessia volle sapere da quanto andava avanti questa storia e io non seppi mentire. Barbara piangeva e si scusava con la sua amica ma niente seppe calmare la rabbia di Alessia che, seppur contenuta, traspariva dai suoi occhi. Io le dissi che l'amavo ma Barbara assecondava le mie perversioni mentre lei non lo faceva.
Ovviamente il matrimonio fu annullato, nessuna motivazione fu resa pubblica e di questo gliene sarò grato. 
Il rapporto fra me e Barbara non continuò; ci incontrammo ancora, facemmo l'amore e anche sesso sfrenato, ma quando le chiesi di essere la mia fidanzata lei rifiutò.
Così la distanza pian piano ci allontanò fino a quando lei bloccò il mio numero di telefono e si rese irraggiungibile. Qualche settimana dopo andai a cercarla nella città dove viveva e lavorarava e fui informato dalle colleghe di ufficio che si era licenziata per partire per un lungo viaggio.
Il mio tradimento lo sto pagando ancora con la sofferenza di non avere più Barbara, nessuna potrà mai prendere il suo posto e so che l'aspetterò per tutta la vita.