Ho munto il toro
Sara era una ragazza di campagna abituata a muoversi in mezzo agli animali con tranquilla disinvoltura. Oggi che sua madre era impegnata a seguire il padre in ospedale si era ritrovata da sola in casa con tutte le incombenze da svolgere. Era stranamente eccitata da un pensiero che la faceva bagnare da sempre. Lei con i suoi 17anni era già una donna fatta. Il suo corpo era completamente sviluppato e il suo seno era grande e florido. Il sesso lo stava già sperimentando con Giovanni il figlio del suo vicino, un ragazzone grosso e muscoloso come tutti ragazzi cresciuti in mezzo ai campi. Con lui aveva già imparato a fare i bocchini e gli piacevano molto. Giovanni era ben messo fra le gambe e quando veniva era un fiume in piena. Per tutta la giornata aveva svolto tutto quello che le era stato ordinato, adesso restava solo da mungere le vacche e raccogliere il latte per poi prepararlo per il giorno dopo quando sarebbe passato il camion del caseificio per la raccolta. Era una cosa che a Sara piaceva molto mungere. Era come masturbare un cazzo. inoltre nella stalla c’era Thor il toro da monta che la incuriosiva molto. Ero affascinata da quell’animale così grosso e imponente. Aveva in mente una strana idea ma ci voleva una situazione come questa per realizzarla, cioè essere da sola. Voleva accarezzare il toro, mungerlo. Solo chi ha provato a mungere una vacca può immaginare quanto sia piacevole mungere un toro. Quella sera Thor il grosso toro da monta muggiva con quel tono basso e grave che si spandeva in tutta la stalla. Era stato in prestito per una settimana a casa del suo fidanzato per ingravidare alcune vacche e ora era tornato nella sua stalla. Era veramente un grosso toro da monta e Sara incuriosita si avvicinò a lui per accertarsi che tutto fosse a posto. Avvicinatasi, vide che il toro era visibilmente eccitato. Quella visione la fece bagnare tantissimo. Il suo pene scendeva penzoloni e a tratti si irrigidiva come un grosso bastone, voglioso di penetrare e montare le vacche dalle quali era separato solo da una staccionata. Si rese conto che il toro percepiva il fatto che le vacche erano in calore e in un certo modo anche lei si sentiva una vacca in calore. Le vacche nella stalla erano eccitate dal suo muggire voglioso, e anche lei annusava l’aria quasi a percepire quel desiderio. Sara nel vedere quella scena ebbe un brivido lungo la schiena e provò per un attimo il piacere nel ricordare quel grosso toro montare una vacca. Era capitato sovente e lei guardava sempre affascinata. Ad un tratto si immaginò vacca e appoggiandosi allo steccato iniziò a pensare come si sarebbe comportato Thor con lei. Magari l’avrebbe prima annusata e leccata e poi l’avrebbe montata con forza, salendole sui fianchi e penetrandola con quel suo pene lungo e grosso fino a svuotarsi le palle gonfie di sperma e di piacere. Immaginando quella scena, si accorse con sua grande sorpresa di essersi bagnata moltissimo. Chiuse gli occhi e la sua mano indugiò sul suo bottoncino mentre immaginava che Thor fosse un possibile amante focoso, come se si trattasse del leggendario Minotauro, venuto lì nella sua stalla per portarle piacere. Ebbe un orgasmo che la stravolse, ma non si sentì soddisfatta. Ora, alla curiosità subentrava all’interesse accompagnato dal desiderio di Sara di provare a toccare quel grosso toro per vedere come avrebbe reagito al suo contatto. Voleva provare a sentire almeno nella mano la consistenza di quel membro cosi possente. Si avvicinò e cominciò ad accarezzarlo sulla schiena, ma non come si fa con gli animali di solito, ma più dolcemente provando un piacere particolare come se stesse accarezzando il corpo di un maschio, di un amante che al contatto col suo vello morbido e curato, vellutato, che le procurava sensazioni di piacere mai provate prima. Si eccitava a quel contatto a tal punto da farle sentire il piacere diffondersi in tutto il suo corpo ed arrivare dritto lì dove si stava bagnando. Si stava eccitando e le sue mani inconsciamente scendevano sempre più giù lungo le muscolose cosce del toro alla ricerca di un piacere che si faceva sempre più intenso e presente nel corpo e nella mente di Sara che ormai era completamente avvolta dal desiderio di quel grosso animale. Lo ammirava estasiata dalla sua forma cosi virile, possente, uno scettro del piacere! Quando lo impugnò ebbe quasi un orgasmo. Lo strinse un poco e il grosso membro del toro, si drizzò teso e rigido al contatto di quella manina che lo carezzava delicatamente e scorreva su è giù lungo quella nerchia dura e turgida. Era una sensazione incredibilmente bella e forte che quasi la stordiva. Continuò così fino a quando una sola mano non bastava più e dovette chinarsi in ginocchio per prendere anche con l’altra mano quell’enorme membro che seppur grosso sembrava sfuggirle per quanto era bagnato e turgido. Così ai suoi piedi si sentiva davvero vacca! Per reggerlo dovette afferrarlo bene tra le mani e stringerlo come se fosse una mammella e come era abituata a fare con le vacche, cominciò a strizzarlo facendo una leggera pressione dalla parte più sotto ai testicoli fin giù alla cappella. Era sconvolta dal piacere che provava a mungere quell’enorme nerchia che si irrigidiva sempre di più sotto i colpi di quella presa vogliosa. Il toro se ne stava quasi immobile, facendo solo dei leggeri movimenti a destra e a sinistra con la coda che a volte giungeva delicatamente sul volto di Sara come se volesse carezzarla per mostrargli quanto fosse riconoscente di quel piacere che gli stava procurando. Sara in ginocchio sotto il toro afferrava con forza quel suo membro e lo mungeva affaccendandosi con foga, animata da desiderio e passione. Non resistette alla tentazione di assaporarlo. Si spinse più sotto di lui e lo avvicinò alla bocca. Il sapore era forte di selvatico ma buono. La posizione era troppo scomoda e alla fine desistette, ma continuò a segarlo mentre il piacere si diffondeva in tutto il suo corpo e la faceva sentire una di quelle vacche che muggivano nella stalla, anch’esse desiderose del piacere che lei stava provando. Si sentiva vacca: La sua vacca! Quell’amplesso durò un tempo indefinito finché Sara percepì un abbondante fiotto tra le mani che il toro annunciò con un potente muggito, come fa un tuono prima del fulmine, era il suo potente getto di sperma che le riempì le mani arrivando a bagnarle anche il viso e il vestito. Anche lei nell’istante in chi Thor schizzava ebbe un orgasmo che quasi la stordì. Raccolse con la lingua un po’ di quella crema densa e il sapore le piacque molto. Era un sapore selvatico, ma in fondo buono, quasi dolce. Le vacche nella stalla risposero con profondi muggiti di desiderio, come se volessero anch’esse assaporare il piacere di quello sperma che era tutto nelle mani di Sara, come un dono ricevuto da un dio che, calato in quel toro, avesse preso le sembianze magiche di un Minotauro. Rimase seduta ad ammirare il suo possente amante con le mutandine fradicie e le mani ricoperte del suo seme. Era stata un’esperienza bellissima!