La mia prima esperienza sessuale

L'altro giorno per strada ho incontrato la ragazza con cui ho avuto il mio primo rapporto sessuale completo, sono passati ormai 36 anni.
Lei oggi è un'elegante signora che si avvicina ai sessanta.
Ci siamo incrociati e il suo sorriso malizioso mi ha riportato indietro a quel giorno.

Era l'estate del 1987, io avevo quindici anni, lei ventuno.
Come tutte le estati mi trovavo alla casa di famiglia al mare.
Quell'anno mia sorella volle portare com sè due compagne di università per qualche settimana: Lara e Simona, due ragazze molto diverse fra loro.
Lara la secchiona tutta casa e libri, mora, occhiali spessi, la tipica brava ragazza che pensa solo allo studio e al fidanzato lasciato in città che sarà il suo uomo per la vita. Simona, magrolina, biondina e occhi azzurri, divertente e spigliata con mille cuori infranti lasciati dietro di sè.
Io da classico adolescente vivevo questa presenza più mia sorella come un'enorme scocciatura. Dividevo la grande camera con loro senza avere ancora
quegli impulsi erotici dettati da giovani cosce tornite, piccoli chiodi di capezzoli turgidi e mutandine esibite senza problemi. Mi immergevo nei racconti di Lovecraft e navigavo con la fantasia in mondi oscuri. 
In spiaggia eravamo sempre insieme, in mare il bagno assieme, a tavola insieme, dormivamo tutti nella stessa stanza.
Io venivo considerato l'innocuo fratellino e lo ero, ancora timido e inconsapevole delle meraviglie del sesso femminile.
Piano piano però iniziai ad avere un certo interesse che capivo a malapena per Simona, con le sue gambe bianche e affusolate, i suoi piccoli seni rotondi su cui si stagliava un capezzolo impertinente che traspariva dalla canotta bianca.
Non sapevo cos'era ma mi piaceva un sacco. Mi ritrovai un paio di volte la sera in camera e guardandola il mio giovane membro si svegliava all'improvviso. Io facevo di tutto per nascondere il mio imbarazzo e la mia erezione.
Fu una sera prima di cena che scattò in me una molla che da allora non mi ha più abbandonato. 
Simona usci dal bagno ancora mezza bagnata dopo aver fatto la doccia e la visione del suo piedino perfetto, bianco e slanciato che saltellava in camera, l'arco del piede teso e perfetto, le dita che si appoggiavano con leggerezza sul pavimento, la forma del polpaccio affusolata, i piedi che si avvicinano saltando sul letto in posizione raccolta, fu un'esplosione di erotismo che divampò nella mia testa. Un vero e proprio shock.  
Il desiderio di toccare i suoi piedi, le sue gambe, di baciargliele si accese dentro di me, la mia erezione fu immediata. Vedere le tre ragazze sul letto a piedi nudi svegliò la mia fantasia e il mio lato erotico, mi immaginai di buttarmi in mezzo a loro e toccarle, toccarle e leccarle dappertutto.
Senza far vedere il mio membro eretto andai in bagno e mi masturbai velocemente in doccia esplodendo in una sborrata copiosa.
Fu la mia prima vera sega, quella in cui apprezzai lo stimolo mentale che porta alla completa soddisfazione sessuale. Compresi cosa voleva dire godere e quanto poteva essere bello il sesso e farlo con una ragazza.
Nei giorni successivi mi masturbai tre, quattro volte al giorno pensando a Simona; immaginavo che lei toccasse il mio uccello ed io le sborrassi sui piedi ed in bocca, quella bocca così perfetta.
Un pomeriggio mi stavo rilassando nel silenzio della calura estiva, con le cicale che frinivano e la brezza leggera che arrivava dal mare ero immerso nei libri e nella mia immaginazione disteso sul letto con indosso solo i pantaloncini. I pomeriggi oziosi dell'estate.
Entra Simona di ritorno dal mare ad un'orario per loro insolito, verso le quattro del pomeriggio. In genere passavano la giornata al mare fino alle 19,30.
Ci salutiamo e lei corre in bagno. Ritorna dal bagno accaldata e imbarazzata, Le chiedo se va tutto bene e lei mi risponde di sì, anche se intuivo che aveva avuto un piccolo disturbo.
Si sdraia sul letto vicino al mio e mi dice "ohhh finalmente che bello rilassarsi sul letto". Io annuisco in silenzio.
Si gira verso di me con le braccia conserte abbracciando le sue ginocchia e mettendomi in primo piano i suoi meravigliosi piedini.
Mi guarda sorridendo e dice:
"non voglio metterti in imbarazzo ma lo sai che ti ho visto qualche volta.."
"visto che cosa?" le rispondo
"..ho visto che lì sotto qualcosa si sveglia" indicando fra le mie gambe.
Rimasi senza parole e blaterai qualcosa senza senso, poi sorrisi, presi il coraggio e le dissi:
"perchè sei bellissima" arrossendo come un peperone.
"grazie" disse lei e aggiunse "ti piaccio davvero?"
"Moltissimo" sussurrai e aggiunsi "non faccio che pensare a te" io non so da dove mi uscissero le parole, ma mi aprii totalmente
".. e che pensi?"
"penso che vorrei baciarti e..."
"eeee...?"
"non lo so.."
"vedermi nuda?" incalzo lei
"magari..."
Mentre mi provocava aveva allungato le gambe toccando le mie con i suoi piedini. Mi stavo già eccitando e lei lo sapeva.
"vuoi?"
"ma se torna mia sorella?"
"io credo che non torneranno prima di due ore e mezza" disse lei e mentre pronunciava queste parole si sfilò la maglietta restando a seno nudo.
Io ero totalmente imbambolato ma il mio pisello si svegliò diventando duro.
Lei mi si avvicinò, prese le mie mani e se le mise sulle tette; fu meraviglioso sentire la sua pelle morbida, il seno piccolo con i capezzoli turgidi.
Avvicinammo le nostre bocche e le lingue si intrecciarono in un bacio da sogno. Era il mio primo bacio con la lingua, ne fui avviluppato, rapito, non volevo staccare più le mie labbra dalle sue. Fu umido e sensuale, romantico e erotico.
Nel frattempo le sue mani presero in mano il mio cazzo e iniziarono a segarlo.
"hai un bel cazzo sai?" mi sussurrò continuando a baciarmi.
Io ero rapito dalle sensazioni del bacio che non mi resi conto della maestria con cui accarezzava il mio membro, lo masturbava dolcemente ma in modo deciso.
Iniziò a baciarmi il mento, le orecchie e il collo scendendo poi al petto, leccava e mordicchiava i miei capezzoli, il mio cazzo era durissimo.
Scese ancora e iniziò a baciare il mio pube, la cappella, l'asta e i testicoli. Continuò prendendo la cappela fra le labbra, succhiandola e leccandola.
Non credevo ai miei occhi e alle emozioni che stavo provando. La sua bocca dolce che leccava il mio uccello, mamma mia ero in estasi.
Lo prese tutto in bocca e aumento il ritmo della pompata, lo stringeva tra le labbra e succhiava come a voler tira sù la mia sborra direttamente dalle palle. Sentivo i miei nervi fremere e i muscoli tremare dal piacere; lei sentiva tutto il mio godimento e si impegnava in un pompino magistrale.
Dopo qualche minuto di questa meraviglia sentii che stavo per venire le toccai la mano che mi segava mentre lo temeva in bocca come per avvertirla che stavo per venire, lei non si fermò e le esplosi in bocca il mio getto caldo di sperma. Continuò a succhiare piano piano e poi ingoiò tutto il mio seme.
Ero allibito, non avrei mai pensato che una ragazza potesse far godere così tanto un ragazzo. Non ne parliamo del fatto di bere il mio sperma. Sorrise, si avvicinò a me e baciandomi con dolcezza mi disse:
"avrei voluto sentire il tuo cazzo dentro di me, sarà per la prossima volta" quasi dispiaciuta che fossi venuto così presto
"scusami" dissi imbarazzato
Lei rise "nooo, non scusarti è stato bellissimo così, troveremo il modo di fare di più" baciandomi ancora. Io la stavo abbracciando e le carezzavo le gambe e il sedere.
"vorresti provare a restituirmi il piacere anche tu con la bocca? vieni qui prova a baciarmi" togliendosi le mutandine.
Si sdraiò sul letto supina e allargò le gambe mostrandomi la sua fichetta. Perfetta, con le labbra appena visibili, se la allargò con le dita.
"baciala..."
Mi chinaii fra le sue gambe e iniziai a baciarla prima intorno e poi il clitoride e dentro.
"bravo, adesso lecca il clidoride, fai come se fosse la mia lingua.."
Continuai a leccare il clitoride, le labbra, le limonai la fica, mi gustai il suo sesso cercando di darle piacere, sentivo il suo umore, il suo succo di fica che bagnava le mie labbra e il mio mento.
Lei mi incitava e guidava quando accelerare e rallentare, se concentrarmi sul clitoride o leccare dentro la sua vagina.
I suoi ansimi aumentavano, il suo bacino prese a muoversi e seguire il ritmo delle mie leccate; anche il mio uccello era di nuovo duro e pronto a sborrare ancora, inconsciamente avevo iniziato a strusciarlo sui suoi piedini che stavano sotto il mio bacino. Lo sfregavo fra di loro come se volessi
scoparli. La nostra eccitazione era al massimo.
Lei non riusciva a tenere ferma la sua fica e continuava a incitarmi a leccarla sempre più forte, i suoi gridolini stavano avvicinandola al culmine del godimento che arrivò intenso e le fece tremare tutto il corpo per una trentina di secondi.
In quel momento anche il mio uccello arrivò al culmine, feci in tempo a rialzare la testa e sborrarle tutto il mio succo sulla pancia. Ci sdraiammo abbracciati esausti baciandoci profondamente.
Più tardi tornarono i miei genitori con mia sorella e l'altra amica. Io ero nel giardino e leggevo un libro, Simona sul letto che dormiva e quindi nessuno si accorse di niente; nemmeno a cena notarono i nostri sguardi che si incrociavano e la mia faccia sconvolta al pensiero di quello che era successo.
La notte mi svegliai un paio di volte eccitato al pensiero di lei che dormiva vicino a me, il mio uccello duro e la voglia di farlo ancora. In silenzio sotto le coperte mi toccai e venni ancora in un fazzoletto.
La mattina in spiaggia lei si avvicinò e mi sussurrò: "ti ho sentito stanotte" ridacchiando.
Non faceva che stuzzicarmi: in acqua si avvicinò fugacemente e mi prese in mano l'uccello da sopra il costume, poi alle docce si sciacquò mettendo le mani dentro il suo costume facendomi vedere come si toccava, in cabina si avvicinò e sfregò il suo culetto sul mio pacco. Mi stava provocando.
Più tardi qualcuno doveva andare a prendere qualcosa da mangiare alla pizzeria a taglio. Come al solito toccava a me e Simona si offrì di aiutarmi. 
Andammo così a piedi io e lei. Non perse tempo, appena lontano dagli sguardi dei miei familiari mi bloccò e mi baciò con la lingua appassionatamente. Fu un bacio intenso e profondo. 
Le nostre lingue si cercavano, si bramavano, le mie mani sul suo culo e il mio uccello che la premeva sul davanti.
Dopo qualche minuto tornammo in noi ridendo e ci sbrigammo a tornare in spiaggia con le pizzette e le bibite.
La giornata trascorse tranquilla e rilassata nonostante le provocazioni di Simona.
A notte fonda, rientrato da una serata con i miei amici mi misi a letto.

Le ragazze tornarono un po' più tardi di me allegre e facendo abbstanza confusione.
In camera io facevo finta di dormire. Loro prima chiacchierarono un po' a luci spente, poi sentirono la stanchezza e si addormentarono. O almeno così credevo.
Dopo un po' di tempo stavo per addormentarmi davvero quando sentii muovere qualcosa e poco dopo Simona entrò sotto il mio lenzuolo.
Si avvicinò e mise un dito sulla mia bocca per dirmi di fare silenzio. Io ero rapito e terrorizzato che mia sorella si svegliasse. Lei scese in basso, mise le sue dita dentro i miei boxer, carezzò il mio pisello già sull'attenti, poi iniziò a baciarlo dolcemente.
Sentivo le sue labbra sul mio cazzo, lo leccava e succhiava dolcemente ma con voluttà; indugiava sulla cappella, la leccava e poi se lo infilava in gola fino in fondo. 
Mi stava portando all'estasi con un pompino magistrale. A un certo punto si fermò e venne a baciarmi strusciando il suo corpo sul mio membro.
"mettimelo dentro" mi sussurrò all'orecchio. Lei era già nuda sentivo i suoi seni su di me , prese il mio uccello e se lo mise dentro la fica umida.
La sensazione del mio membro dentro al sua fica calda e accogliente mi fece letteralmente impazzire.
"Fai piano" mi disse "non muoverlo molto" penso che volesse prolungare il mio ed il suo piacere temendo che sarei venuto subito.
Si muoveva piano sopra di me, assaporava il cazzo duro come il marmo che la stava penetrando.
Presa dalle sensazioni si alzò togliendo il lenzuolo da sopra di noi e cavalcandomi seduta per assaporare al meglio la penetrazione profonda.
Io le accarezzavo i seni mentre sentivo il mio cazzo entrare e uscire da lei al lento ritmo che stava decidendo.
"dimmi quando stai per venire" mi disse piano e mi ricordai che non avevo protezione.
La baciai ancora profondamente poi arrivato vicino al culmine del godimento sfilai il mio uccello da dentro di lei e sborrai un fiotto caldo di sperma sulla sua fica e pancia.
Fu un momento meraviglioso, nel silenzio della notte lei sopra di me bagnata dal mio succo mi abbracciò e baciò ancora e ancora.
Rimanemmo così per qualche minuto poi lei si pose al mio fianco dandomi le spalle. Io mi girai verso di lei con il cazzo già pronto per penetrarla ancora. Lei si accorse della mia erezione e mi lasciò entrare dentro di lei.
La penetrai a fondo così, da dietro mentre le accarezzavo i seni e le baciavo il collo. Lei premeva contro di me per sentirlo meglio e farsi sfondare bene.
Aumentai il ritmo, il letto iniziava a cigolare piano, lei sussurrava "dai si continua così, scopami forte, sbattimi come una troia" mentre allungava le sue mani su mio culo per avvicinarmi a lei.
"mi fai impazzire" le dissi
lei mi rispose "adoro come mi scopi, adoro il tuo cazzo"
Cercando di non fare troppo rumore continuai a scoparla così a cucchiaio fino a che non mi sentii vicino a venire ancora. Lei percepì il mio imminente arrivo e si girò per prendere tutta la mia sborra calda nella sua bocca. Ancora una volta inghiottì tutto il mio seme.
Poco dopo uscì velocemente dal mio letto andando a dormire nel suo. Mi addormentai sconvolto e felice.
I giorni seguenti furono a loro modo molto tristi perchè non ebbi più la possibilità di scoparla o anche solo di baciarla se non un bacetto fugace mentre nessuno ci osservava.
Finì la loro vacanza a casa nostra. Tornati in città perdemmo le nostre tracce e lei non mi sembrava più così interessata ad incontrarmi. Non c'erano cellulari, chiamarla a casa non era il caso ero terrorizzato alla sola idea di farlo. A un certo punto maturai la convinzione che per lei ero stato solo il divertimento e la voglia di sverginare una ragazzino per provare questa sensazione.
Tutto sommato però anche per me era stato un momento intenso da ricordare con piacere anche se forse mi ero un po' innamorato come lo possono essere gli adolescenti.
In un modo così intenso e totalizzante che poi diventa difficile dimenticare, e forse è davvero bello ricordarlo così.