Bull maturi per moglie porca.
Mi chiamo Carlo, ho 36 anni e da dodici sono sposato con Fabiola. Siamo stati fidanzati per tre anni e poi ci siamo sposati. Quello che voglio raccontarvi e avvenuto circa cinque anni fa. All’epoca Fabiola era una donna carina e ben messa. Lo è anche adesso, ma allora, anche se due anni prima aveva partorito il nostro primo figlio, aveva mantenuto un fisico ben tonico. Belle tette di una terza abbondante, culo proporzionato e la gravidanza aveva avuto il merito di riempirle le forme, rendendola davvero formosa e concupiscente.
Il suo esser sempre molto curata, a partire dall'abbigliamento, alquanto disinvolto, con gonne molto sopra il ginocchio, camicette scollate o magliette attillate, la rendevano oggetto del desiderio di molti maschi. Io, a quel tempo, ritenevo di esser un bel maschio, dall’aspetto curato ed in forma, oltre che sessualmente dotato e resistente. In quel periodo, dopo la nascita di nostro figlio, avevo casualmente scoperto che mi eccitavo molto quando notavo che qualcuno guardava mia moglie in un certo modo al mare e, semmai, tentare addirittura di abbordarla. Avevo percepito da tempo che avevo piacere a vederla concupita. A seguito della complicità raggiunta con mia moglie, ella stessa si è resa conto di quanto questo gioco mi eccitava e, perciò, si divertiva a civettare, provocando qualcuno per godere delle mie reazioni. In una di quelle volte, in cui fu realmente abbordata da un distinto signore, che le avanzò delle chiare proposte di sesso, tutto mi apparve più chiaro: quel gioco mi piaceva ed ero più che orgoglioso aver al fianco una donna per cui altri sbavavano. Lei aveva capito quanto mi eccitassi e, per questo, non perdeva occasione per riferirmi quello che le dicevano gli uomini, quando le passavano accanto.
«Sai, il tizio con i baffi mi ha detto che mi avrebbe leccato la fica a sangue, per poi sfondarmi ogni foro, riempiendolo di crema!»
Nel sentire quelle parole mi eccitavo moltissimo e la scopavo con rinnovata energia, senza ben sapere se tutta quella euforia fosse dovuta al fatto che le avevano avanzato delle proposte, o perché già la immaginavo a gambe aperte, mentre si faceva chiavare da un porco, che la sfondava tutta. Questo gioco è continuato anche immaginando che lei realmente venisse rimorchiata e poi sbattuta nei modi più vari e nei posti più insoliti. Tutto questo, però, era sempre rimasto un pio desiderio e basta. Tutto finiva dopo aver goduto e non superava l'uscio della nostra stanza. Un giorno eravamo al parco con nostro figlio e notammo il comportamento un po’ insolito di una coppia.
All’apparenza, sembrano due giovani con passeggino ed un signore di mezza età che poteva benissimo esser un famigliare, tipo padre o suocero, tanto per intenderci e, fin qui, nulla di strano. Ma l'anomalia fu che, ad un tratto, ci siamo accorti che avevano cambiato atteggiamento: credendosi ben occultati da un grosso cespuglio, ora era il giovane a reggere il passeggino, mentre, un po’ in disparte, il tizio maturo e la ragazza si davano da fare con lei in ginocchio che gli succhiava il cazzo. Un piccolo muretto, impediva loro di vederci, ma non era sufficiente ad impedire a noi di sentirli parlare, in specie lui, che si faceva spompinare.
«Brava, puttanella, succhiamelo per bene, che poi ti sborro in bocca; così potrai andar a baciare il cornuto, che non vede l'ora di sentire nella tua bocca il sapore della mia sborra. Appena mi sarà possibile, vengo a casa e ti scopo davanti a lui!»
Per non farci notare, ci siamo allontanati e li abbiamo aspettati un po’ più lontano, vicino ai giochi per bambini. Dopo una ventina di minuti, ci hanno raggiunto, ma il signore maturo non era più con loro. Approfittando del fatto che la loro bimba giocava assieme a nostro figlio, abbiamo un po’ socializzato, scoprendo che i piccoli frequentavano lo stesso asilo. Marina e Piero, i loro nomi, si sono subito rivelati molto simpatici e cosi ne è sorta una bella amicizia. Le donne hanno preso a contattarsi fra di loro e, dopo una settimana, sono anche uscite da sole, per fare dello shopping. Io ho chiesto a mia moglie di indagare su quello che avevamo sentito e visto al parco e, allora, lei ha avuto la bella idea di far venire lui a casa nostra con la piccola, mentre loro due erano fuori a far compere.
«Così, mente io mi lavoro lei in giro, tu puoi indagare con lui e cercare di comprendere lo scopo di quel loro gioco.»
Una volta che le donne sono uscite, io e lui ci siamo messi parlare, mentre i bimbi giocavano fra loro. Lo stuzzico un po' e lui mi sorprende molto di più di quello che mi aspettavo.
«Bella donna tua moglie! Oggi, con la mia, sembrano due sorelle! Chissà quanti se le fileranno e le molesteranno.»
Lui mi sorride con un’aria tranquilla e mi risponde:
«Non so la tua, ma alla mia piace esser filata e molestata! A lei piace esibirsi e civettare; da come è vestita tua moglie, credo che si troveranno presto circondate da maschi, che le vorrebbero scopare e non mi stupirei più di tanto se qualcuno ci riuscisse!»
Lo guardo e mi fingo preoccupato.
«Ma dici che potrebbero scoparcele? Cioè, voglio dire, a te non darebbe fastidio?»
Lui mi guarda e mi conferma quello che già sapevo.
«E che fastidio dovrebbe darmi? Lei è una bella fica ed ha il diritto di farsi una bella scopata, se le capita. Poi me lo racconta, perché fra noi non ci sono segreti. Ma tu, non hai mai pensato che ti potrebbe metter le corna? Immagino che ci resteresti male, no? Quindi, meglio saperlo e poi, alla fine, è anche eccitante trovarla bella piena del seme di un altro maschio.»
Lo guardo e mi rendo conto che lui ha già realizzato tutto quello su cui fantasticavo da tempo.
«Sì, certo che mi farebbe arrabbiare; per questo la esorto a farlo alla luce del sole, ma ancora non ci son riuscito. Tu, come hai fatto? Sai, mi eccita saperla desiderata, ma lei si blocca ed evita che il gioco proceda oltre.»
Mi racconta che ha trovato una persona matura, discreta, che si è preso la briga di disinibire al massimo sua moglie.
«Devi trovare un “bull”, un toro che la monti e la chiavi per bene. Deve godere molto e, a questo scopo, la persona matura è molto meglio. Hanno dalla loro l’esperienza e la porcaggine che le spinge ad esser delle troie scatenate. Solo così, puoi riuscirci.»
«Ma tu, non temi il confronto? Se lui fosse più bravo e la scopasse meglio?»
Lui mi guarda meravigliato.
«Ma è proprio questo che voglio! La deve scopare meglio e più di me, altrimenti che senso avrebbe a mandarla con lui? Deve farla sentire una troia! Solo così sono felice d'esser cornuto! Credimi, esserlo è la cosa più bella del mondo! Saperla che sta scopando, mentre tu sei a casa ad aspettarla, è una sensazione davvero unica, speciale. Mille pensieri, mille domande, affolleranno la tua mente: cosa starà facendo? Si starà divertendo? Poi, quando torna a casa e ti racconta quanto e come ha goduto, e senti che è stremata e la trovi ripiena del seme di chi te l’ha montata a dovere, ti assale improvvisa la voglia di leccarla tutta! Tutto questo non ha prezzo e non si può raccontare così, a cuor leggero; bisogna viverlo, per capire a fondo quanto possa esser bello.»
Nel sentir le sue parole, mi sento sempre più rammaricato.
«La fai facile tu! La mia fa ancora tante storie e poi, dove lo trovo questo “bull”, come lo chiami tu? Non posso certo proporre, al primo che passa, di scoparmi la moglie?»
Lui mi guarda, ci pensa un attimo ed aggiunge:
«Forse ne potrei parlare con Mario, quello che si scopa mia moglie. Lui ha degli amici molto validi e lui stesso è un bel toro da monta, che, ogni due giorni, viene a scopare la mia.»
Cerco di capire il metodo di selezione per trovare un valido strumento per trovarmi con le sospirate "corna".
«Come si fa a scegliere un buon maschio per la moglie?»
Lui mi risponde e subito noto una notevole competenza.
«Il bull per la moglie deve avere i requisiti giusti. Dev'esser abbastanza prestante, ma senza sovrastare me come uomo, al massimo, potrà anche umiliarmi mentre la scopa, ma tutto dev'esser limitato in un quadro ben definito. Lui se la scopa, perché sei tu a permetterlo: è questo il perno principale intorno al quale ruota tutto.»
Mi son reso conto che forse era ora di spronare mia moglie a trovarne uno. Più tardi, al rientro, le donne ci raccontarono di esser state abbordate da diversi tizi che avrebbero voluto scoparle, ma, a nessuna delle due, erano andati a genio i soggetti da cui erano state avvicinate. La serata si concluse e se ne tornarono a casa. Ne letto, quella sera, dopo l'abituale scopata, ci siamo messi a confronto; anche a lei, Marina aveva raccontato più o meno le stesse cose, aggiungendo che, in effetti, c’era stata una cosa che, al ritorno, non aveva riferito a Piero: si era fatta una scopata extra con il titolare di un negozio, in cambio di un bel paio di sandali, piuttosto costosi. Per non coinvolgere mia moglie, l’aveva fatto quando Fabiola l’aveva lasciata sola, per entrare in un super mercato, a prender cose necessarie per casa. Aveva fatto in fretta e, rientrando nel negozio di scarpe, l’aveva vista appartarsi con il proprietario e, allora, lei era andata a fare un giro; qui, aveva avuto un incontro interessante che, in qualche modo, aveva dato la stura al suo comportarsi da troia. Era stata avvicinata da un tizio che, di vista, già la conosceva, perché portava la nipotina all’asilo di nostro figlio. Due chiacchiere, poi un caffe. Nel sentir questo, subito l’ho pregata di raccontarmi tutto nel dettaglio.
«Pasquale, così si chiama, mi ha detto di avermi notato all’ingresso dell’asilo e subito gli ero piaciuta molto. Non aveva mai avuto occasione di riuscire a parlarmi, in quanto io, lasciato il bimbo, scappo al lavoro.
Ha presso a coprirmi di complimenti e, poiché era un bell’uomo, sulla cinquantina, molto ben portati e, sapendo Marina impegnata con il tizio, mi son permessa di alimentare un po' il gioco. Dopo il caffe, mi ha espresso il desiderio di conoscermi meglio, in modo più discreto e riservato. Gli ho ribadito che ero in compagnia di una amica, ma, se si accontentava, avremmo potuto appartarci un po’, giusto per capire se eravamo compatibili. Appena giunti nel parcheggio sotterraneo, lui ha spostato la vettura in un luogo più appartato ed ha iniziata a toccarmi i seni, poi mi ha infilato una mano fra le cosce. Ero emozionata e molto eccitata, ma non volevo far tardi con Marina, quindi gli ho aperto la patta e mi son trovata davanti un gran bel cazzo. Era parecchio lungo, ma il suo spessore mi ha davvero sorpreso.
«Dai, succhialo. Prendimelo in bocca, che ti regalo una copiosa dose di crema prelibata.»
Mi son abbassata e gliel’ho preso in bocca. Lui mi ha messo una mano sulla testa, imponendomi il ritmo della pompa. L’ho succhiato per un poco, ma poi son arrivati dei ragazzi con delle auto, che facevano dei caroselli nel parcheggio per far stridere le ruote e, allora, ho sospeso tutto e l’ho lasciato dicendogli che sarebbe stato il caso di rivederci con più calma, magari a casa nostra. Gli ho dato il mio numero di cellulare e son tornata da Marina che, proprio in quel momento, usciva dal negozio con un'aria un po’ sbattuta.»
Il racconto mi ha fatto subito drizzare il cazzo e me la son scopata di nuovo, con grande soddisfazione, perché già la immaginavo a cosce aperte, sotto il corpo di Pasquale. Il giorno successivo, nel pomeriggio, abbiamo portato nostro figlio dai nonni con una scusa ed abbiamo aspettato che arrivasse Pasquale. Ho detto a mia moglie che, essendo la prima volta, sarebbe stato il caso di lasciarli soli, così da dar modo ad entrambi di rompere il ghiaccio più facilmente. Quando è arrivato, era come me lo aveva descritto mia moglie: sui 50 anni, fisico asciutto, brizzolato. Ho visto lo stupore nei suoi occhi nel trovarmi in casa, ma io, dopo un breve saluto, con una scusa, mi son dileguato. Son sceso giù in garage e, dopo una decina di minuti, non ho resistito e, pian piano, sono risalito su; erano in camera nostra. Non so come lei fosse riuscita a convincerlo, ma erano seduti sul letto e stavano ancora giocando. Fabiola, semi nuda, si lasciava leccare e strizzare seni e capezzoli, mentre lei gli scappellava il cazzo con una mano e, con l'altra, gli reggeva i coglioni. Si son denudati completamente ed ho potuto ammirare, da uno spiraglio della porta, che lui aveva davvero un bel cazzo, di media lunghezza, ma grosso. Si è disteso e lei glielo ha preso in bocca ed ha iniziato a succhiarlo.
Lui ha preso a gemere ed incitarla.
«Dai, puttanella, che, per ora, ti sfondo la gola, ma poi anche la fica!»
Per effetto del sapiente lavoretto di mia moglie, il cazzo di Pasquale è diventato grosso e nodoso, con una capocchia enorme. Fabiola l'ha messo in mezzo alle tette e con la lingua lo leccava. Il gioco però è durato poco, perché lui l’ha messa sotto, distesa supina, si è inginocchiato fra le sue cosce aperte e glielo ha infilato dentro, con una spinta decisa. Ho visto i seni sobbalzare in alto, da quanto decisa è stato la spinta. Ha preso a pomparla con vigore, mentre lei ha iniziato a godere e ad elogiarlo per come la scopava.
«Si, bravo, che toro! Mi stai spaccando la fica! Dai, più forte, fammelo sentire tutto dentro, ancora più a fondo! Vengo!»
Ha iniziato a godere a ripetizione. Lui, dopo alcuni orgasmi, ha cambiato posizione. L’ha presa e girata a pecora. Le ha infilato il cazzo tutto dentro, fino alle palle, ed ha iniziato a stantuffarla da dietro, reggendola per i fianchi.
«Prendilo tutto, troia! Te la fondo tutta, questa fica! Ti spacco in due!»
Le dava dei colpi bestiali. Vedevo i seni oscillare avanti/indietro, ad ogni affondo. Lei godeva come una vacca.
«Sì, dai, vengo! Scopami forte! Così, vengo! Vengo!»
L’ha fatta godere ancora poi, non soddisfatto, si è disteso supino e l'ha fatta impalare su di sé, girata di spalle. Vedevo mia moglie rivolta a me con il cazzo di lui tutto dentro la fica. Lei si rimirava nello specchio dell'armadio, le tette sballottavano, mentre lei faceva su/giù, sull'asta di Pasquale. Ha goduto ancora e allora lui l’ha rimessa nella posizione iniziale: mia moglie a cosce spalancate e lui che, finalmente, le ha sborrato in pancia.
«Sborro, troia! Ecco, ora te la inondo di crema! Ora!»
Ho visto i suoi glutei contrarsi più volte ad ogni scarica di sborra, che le riversava dentro; ne ho contate sei. È rimasto disteso di lato, accanto a lei che, dopo che era uscito, gli ha preso il cazzo in bocca e glielo puliva. Lui si è girato verso la porta e mi ha chiamato.
«Dai, entra, cornuto! lo so che sei lì a spiarci! Dai, che ho un bel lavoretto da farti fare.»
Un po’ titubante sono entrato. Avevo il cazzo durissimo e mi faceva male. Ho guardato mia moglie che mi ha sorriso mentre si levava quel cazzo dalla bocca. Lui mi ha fissato e poi mi ha chiesto di fare una cosa, che non avrei mai pensato di fare.
«Dai, pulisci! Lo so che lo desideri! Lecca la sua fica grondante del mio seme! Dai, che a tutti i cornuti piace farlo! Il marito di Marina mi aveva detto che parla con te e mi indicava dove avrei trovato tua moglie e, quindi, so che tu lo vuoi fare, perciò fallo e bene!»
Lo guardo sorpreso, ma, poi, mi inginocchio fra le cosce di mia moglie, vedo la sua fica slabbrata, gonfia, tumefatta e oscenamente dilatata. Dal suo interno cola un rivolo bianco e, con un po’ di incertezza, lo lecco. Ad un tratto, sento la mano di lui che mi schiaccia la bocca sulla fica.
«Lecca, cornuto! Dai, devi abituarti a questa pratica! Questa vacca di tua moglie mi piace, perciò verrò periodicamente a chiavarla.»
Ho leccato e mi è piaciuto. A mia moglie lui era piaciuto molto e si sentiva soddisfa dal suo modo di farla godere, al punto che, da quel giorno, ha preso a frequentare casa nostra. Solitamente veniva due volte a settimana: il mercoledì pomeriggio ed il venerdì sera. Io, sempre più succube sia di lui che di lei. È successo anche di averlo nel nostro letto per una notte intera, con mia moglie che si eccitava come una porca a vedermi segare, mentre lei si faceva riempire la fica. In una occasione o due, mi ha spompinato, mentre lui la fotteva a pecorina, schizzandola sulla schiena. Era diventato un vero rapporto quello tra noi, coppia sposata, ed un bull. Aveva il permesso di sborrare liberamente dentro di lei e, ad un certo punto, anche di uscire con lei, quasi fossero una coppia, la sera, mentre io restavo a casa ad aspettarla, prendendomi cura del bimbo; quando tornavano, scopavano come ricci, mentre io guardo la Tv. Oppure veniva a cena e restava per la notte e, al mattino, spesso scopavano di nuovo, prima di lasciarsi. Quando capitava che mia moglie sospendeva la pillola, usavano i preservativi che avevano comprato e che tenevano nel nostro comodino. In quelle occasioni, a volte lui la prendeva a pelle, senza venirle dentro. Tremavo per il timore che potesse mettermela incinta, anche se ne ero terribilmente eccitato. Io, qualche volta, la scopavo alla domenica, con lei che mi provocava.
«Ti conviene scoparmi il culo, perché davanti, ieri sera, Pasquale mi ha slargato cosi tanto, che il tuo non lo sento! Dai, cornuto, che ti stai divertendo anche tu, no? Non era questo che volevi?»
In effetti il culo ancora non l'aveva dato a Pasquale, perché temeva di sentir troppo male, dal momento che era dotato di una capocchia enorme. Per più di un anno, si è ripetuto questo nostro gioco, poi lui si è trasferito molto distante da noi e, con lui, è tutto finito, non prima però di averci fatto conoscere Ezio.
Costui era un suo amico di circa una sessantina d'anni. Aveva il cazzo un po’ più lungo di quello di Pasquale, ma della stessa circonferenza e, in più, possiede una qualità che, a me e mia moglie, piace tantissimo: ha due palle enormi come serbatoi, che schizzano una quantità enorme di sborra. E non è finita qui. Con lui, abbiamo allargato il nostro giro di conoscenze, prendendo a divertirci con altri suoi amici maturi che, regolarmente, vengono a casa, a montare mia moglie tutti i venerdì e lei, regolarmente li spompa e li fa tornare a casa, completamente svuotati. Li adora! Sì, mia moglie ha scoperto che la eccitano particolarmente gli uomini maturi.
Lei afferma che quelli giusti impiegano un po' di tempo per farlo duro, ma, poi, si rivelano più resistenti.
Si è iscritta ad un sito per coppie che vogliono scopare con i singoli ed ora se li sceglie lei, con delle nerchie sempre molto grandi.
È diventata una gran porca ed ha sempre più sete di sborra; meno male che i suoi amanti la riempiono "ad abundantiam", perché è così che lei ne gode.