Adesso siamo una coppia escort.

Il mio nome è Danilo, ho 25 anni, sono di media statura, capelli castani, occhi marroni, e sono sposato da due anni con Michela, mia coetanea, molto bella. Ha lunghi capelli biondi, occhi azzurri, un viso carino, dei seni di una terza piena, belli tondi con capezzoli piccoli e sporgenti. Il ventre è tonico, piatto, la fica ha labbra e clitoride ben pronunciati. A tutte queste qualità vanno aggiunti un culo tondo perfetto, sembra disegnato da Giotto, e delle gambe lunghe e sottili; insomma è una donna che, quando passa per strada, attira inesorabilmente l'attenzione dei maschi che l'incrociano. Ci conosciamo da quando avevamo sedici anni; dopo un periodo di fidanzamento, durante il quale abbiamo praticato sesso, senza però toglierle la verginità, ci siamo sposati e, alla prima notte di nozze, me l'ha donata con tutto l'amore possibile. Durante gli anni di fidanzamento, aveva imparato a succhiare il mio cazzo e ad ingoiarne il frutto che le riversavo in bocca. Per quanto mi riguarda, non sono un super dotato, diciamo nella media, né troppo lungo e neanche troppo spesso, ciò nonostante lei riesce ad ingoiarlo sempre con qualche difficoltà. Ci siamo sposati quando abbiamo compiuto 22 anni. Il primo anno è andato bene e le cose giravano alla grande. Lavoravamo entrambi nella stessa struttura alberghiera, io come cuoco e lei come impiegata in contabilità. Per poter lavorare più comodamente, abbiamo preso in locazione un grazioso appartamento a poca distanza dall’albergo. Era un po’ caro, ma ci consentiva di andare al lavoro senza utilizzare l’auto. Era situato in una bella palazzina di tre piani, più attico. In tutto erano sei appartamenti più l’attico, occupato dal proprietario, mentre gli altri erano in affitto come il nostro. Trovandoci in una zona piena di uffici, banche o studi di professionisti, gli altri appartamenti erano occupati da persone molto facoltose. Solo i due al primo piano erano occupati, singolarmente, da persone di mezza età, mentre al secondo, sul nostro stesso pianerottolo, vi erano due uomini, uno calvo sulla cinquantina e l’altro un moro trentenne, che condivideva l’appartamento. Al terzo piano vi erano, in uno, tre uomini di mezza età e l’altro, due giovani e due anziani; forse, in tutta la palazzina, i più vecchi vicini alla sessantina. Gianpaolo, il proprietario, era sulla quarantina, molto alto e dallo sguardo penetrante, ed abitava nell’attico. Per un anno, tutto è filato liscio. Vedevamo i nostri vicini solo di sfuggita, ma non vi erano particolari problemi, in quanto la serenità regnava sovrana. Poi, d'improvviso, è arrivato il covid, con il relativo blocco dovuto alla pandemia!

Entrambi abbiamo perso il lavoro entro i primi 3 mesi della pandemia. Ben presto i soldi cominciarono a scarseggiare. Abbiamo avuto accesso al sussidio di disoccupazione, ma era appena sufficiente a coprire le spese di base. Ben presto siamo arrivati al punto in cui avevamo difficoltà ad onorare l'affitto. Non è passato molto tempo prima che il padrone di casa è venuto ad esigere quanto gli dovevamo. Era un venerdì mattina, quando si è presentato alla nostra porta, chiedendo che gli pagassimo l'affitto, perché eravamo già in ritardo di due mesi. Gli abbiamo spiegato di trovarci un po’ in difficolta e lui ha riflettuto un momento e poi ci ha detto di esser nel suo appartamento alle 17:00. A quell'ora, abbiamo bussato alla sua porta; appena dentro ci ha fatto accomodare, mentre lui era ancora in piedi davanti a noi, mettendoci soggezione con la sua aria imponente.
«Ho consultato il report dei vostri pagamenti ed ho constatato che siete sempre stati puntuali nel pagamento dell'affitto; quindi, qual è il problema?»
Ho guardato mia moglie e poi ho cercato di spiegare le nostre difficoltà.
«Al momento siamo entrambi senza lavoro. A causa della pandemia, l’hotel ha chiuso per mancanza di clienti e ci ha licenziati entrambi. Adesso, stiamo aspettando un nuovo impiego, ma, al momento, abbiamo qualche difficoltà ad onorare i pagamenti.»
Lui mi ascolta, ci riflette un momento e poi ci dice che ha una idea.
«Credo che potremmo trovare un punto d'incontro. Hai una moglie che fa gola a tanti, perché bella e sexy; io sono un uomo single, con delle necessità, e conosco altri uomini single, che hanno le stesse necessita; hanno bisogno di soddisfarle e, purtroppo, con la pandemia in corso, son diventate ancor più pressanti ed urgenti.»
Pur avendo intuito il senso del suo discorso, gli ho chiesto maggiori dettagli.
«Cosa intendi? Che significa che ho una moglie carina e bella e cosa c’entra con le tue esigenze?»
Lui mi ha guardato con aria piuttosto severa e mi ha detto chiaramente cosa voleva da lei.
«Può farsi scopare ed esser pagata per questo. Con ciò che guadagna, ci può pagare l'affitto e, forse, anche qualcos'altro.»
La durezza delle sue parole, dette con una disinvoltura unica, mi hanno sconvolto. Mi volto e guardo mia moglie, che ha il viso stravolto e la immagino mentre viene scopata da altri uomini. Ripenso alla nostra vita sessuale passata. A causa dei miei orari di lavoro, scopavamo, in media, una volta o due a settimana, oppure addirittura una volta ogni due settimane.

Ero stravolto e lei non lo era da meno. Lui ha avuto un mezzo sorriso ironico e poi ci ha lasciato soli.
«Bene, vado a preparare qualcosa da mangiare; vi lascio soli a confrontarvi sulla decisione da prendere. Parlatene e trovate una soluzione, altrimenti mi vedrò costretto a farvi lasciare l’appartamento entro una settimana.»
Appena soli, ho guardato Michela e ho detto che non potevamo nemmeno pensare a fare una cosa del genere. Lei ha abbandonato il suo mutismo e mi ha esposto quella che era la sua riflessione.
«So che non ti fa piacere ed ho difficoltà anche a pensarci, ma ci troviamo bene nel nostro appartamento. Perciò non è il caso di crearsi troppi problemi: se non aderissi alla proposta del proprietario, perderemo casa e non avremo un posto dove vivere. Del resto il tutto non dovrebbe durare a lungo, perché, prima o poi, dovremo pur trovare lavoro? Non possiamo fare diversamente.»
Ero scioccato. Non volevo che lei propendesse per quella soluzione, ma, in cuor mio, sapevo bene che era l’unica e, poi, era una sua scelta. Ben presto lui è tornato nella stanza, mangiando un panino. Ci guarda e chiede se abbiamo deciso cosa fare.
«Allora, qual è la vostra decisione?»
Michela con voce tesa e nervosa, gli chiede maggiori dettagli.
«Cosa dovrò fare veramente?»
Lui risponde sempre mangiando.
«Io ti chiamerò ogni volta che vorrò far sesso con te, o quando avrò un altro maschio che vorrà pagare, per far sesso con te. Tuo marito ti seguirà attraverso un sistema di video sorveglianza, collegato a quello schermo.»
A quel punto, lei chiede quanto sarà il suo compenso e lui, allora, le tende la mano e la invita ad alzarsi.
«Penso che dovremmo vedere quanto sei brava, prima di parlare di soldi. Dai andiamo in camera, e tu seguici, devi vedere cosa fa, cosi, magari, impari qualcosa.»
Una volta nella stanza, vedo un letto matrimoniale e, in un angolo, un divanetto di velluto rosso, vecchio stile. Nell'altro angolo, vedo un videoregistratore su un supporto e lo guardo stupito, cercando di capire.
Lui intuisce il mio pensiero e mi spiega che serve per creare la pubblicità di lei come puttana, allo scopo di far valutare le sue prestazioni a chi è fuori, prima di accettare i suoi servigi. Si mette dietro la telecamera e le ordina di iniziare a spogliarsi. Michela lo fa procedendo lentamente, un capo dopo l’altro vengono fatti cadere per terra, finché non è nuda. Lui le ha fatto delle riprese, spostandosi sempre più vicino e, poi, appoggia la camera sul cavalletto e prende la macchina fotografica; le ordina di mettersi sul letto in pose sempre più oscene. Mi eccito e, nello stesso tempo, mi sconvolge tutto questo. Lui si complimenta con me per quello che lei sta mostrando.
«La piccola qui ha del potenziale enorme! Un gran bel culetto e delle tette davvero bellissime, per non parlare dalla fighetta ben rasata! Farai furore nella mia scuderia!»
Poi si spoglia, riprende la telecamera e si avvicina a lei. Ha indosso solo i boxer e le ordina di inginocchiarsi davanti a lui. Le fa allungare le mani e tirare giù i boxer. Vedo lo sguardo sconvolto di Michela, quando vede il suo cazzo! Io ho un cazzo nella media, sui 13 centimetri al massimo, ma il suo è davvero enorme: ben sopra i venti di lunghezza ed una circonferenza che spaventa! Grosso come il polso di Michela e con una cappella enorme!
«Adesso apri quella bocca da succhiacazzi e fammi sentire quanto sei brava a succhiarlo e prenderlo in gola!»
Mi chiedo come farà ad infilarlo in gola, dal momento che, a volte, ha difficoltà ad ingoiare il mio. Lei inizia a leccarglielo, facendo scorrere la bocca su e giù, lungo l’asta, che sembra lievitare ancora di più. Lui le dice che vuol sentire meglio la sua lingua e, quando lo fa, si vede che apprezza. Poi le mette una mano sul capo e comincia a spingerglielo sempre di più dentro la bocca, che, ad ogni affondo si dilata sempre di più. Lei si impegna e lui si complimenta, e questo mi stupisce non poco.
«Brava, vedo che lo stai ingoiando bene! Presto sarai ben allenata!»
La guardo attentamente e vedo che davvero si sta impegnando, anche se non riesce ad infilarsi quella trave in gola senza dover fare dei grossi sforzi per contrastare gli emergenti conati di vomito. Lui le ordina di infilarlo un po’ alla volta e lei lo fa con calma, un affondo dopo l’altro, fin quando vedo la sua gola gonfiarsi e il suo naso sbattere sul corpo di lui: lo ha tutto in gola! Io non ci ero mai riuscito!
«Brava puttanella! Lo hai preso tutto in gola! Adesso ti scopo la bocca e ci sborro dentro!»
Inizia a scoparle la gola e lei resta immobile, mentre lui si complimenta per il fatto che ha una gola stretta e che così lo farà venire molto presto.
«Brava cosi! Mi piace questa tua gola stretta! Ti sfondo tutta l’ugola e poi te la inondo! Brava, bocchinara! Avrai modo di succhiarne di cazzi, dopo questo risultato!»
La guardo, la vedo soffrire, ma continua imperterrita a prenderlo in gola.

Ancora qualche spinta dentro e fuori dalla gola e lui comincia a gemere; poi si svuota nella sua bocca.
«Bevi, che sborro! Adesso vengo! Che meraviglia! Mi stai spremendo il cazzo con la laringe!»
Lei ingoia con un po’ di difficoltà, ma non ne perde una goccia. Lo pulisce con estrema bravura e lui annuisce contento, poi glielo sfila e lei riprende fiato. Lui mi guarda e vede che ho il cazzo semiduro, che gonfia i miei pantaloni. Non ho potuto farne a meno. Vederle prendere in gola il suo cazzo, mi ha fatto eccitare. Lui la guarda e mi ordina di avvicinarmi. Giunto davanti a loro, lui ordina a Michela di aprimi i pantaloni.
«Dai, troia! Adesso succhia il cazzo del tuo uomo e mostragli cosa hai imparato, mentre io mi preparo per il secondo round.»
Lei si avvicina a me, mi slaccia i jeans e li abbassa. Mette la bocca sul mio cazzo e inizia a fare su e giù. Dopo averlo fatto scorrere su e giù per alcune volte, inizia a usare anche la lingua ed io mi ritrovo con il cazzo durissimo nella sua bocca. Sono stato colto da un raptus di pura lussuria: le ho afferrato la testa ed ho iniziato a scoparle la gola, ben sapendo che non sarei mai arrivato in fondo, allo stesso punto dove era arrivato lui. Ero così eccitato che lei mi ha guardato un po’ stupita, mentre io, con un gemito, mi son scaricato nella sua bocca. Ho visto le sue guance gonfiarsi e poi ingoiare anche la mia crema. Lui, che mi aveva osservato per tutto il tempo, ha fatto un mezzo sorriso ironico; poi si è avvicinato di nuovo e l’ha fatta stendere supina sul letto a cosce ben aperte. Le solleva le braccia, le lega i polsi alla testiera. Mi stupisce, ma lei non si oppone. Si inginocchia fra le sue cosce e vedo che lecca come un affamato la sua fica: la porta al piacere. La sento gemere, mentre lui le tortura il clitoride, succhiandolo fin quando raggiunge un orgasmo.
«No, porco! Così mi fai godere! Sei…meraviglioso! Dai, ancora!»
Gode, poi lui si solleva, mi guarda e si allunga su di lei; appoggia la grossa cappella far le piccole labbra di mia moglie. Dentro di me, penso che sarà dura per lei ricevere un simile arnese, dalle dimensioni cosi abbondanti.
«Rilassati, piccola, che adesso ti svergino per davvero! Fino ad oggi non sei mai stata scopata da un cazzo vero, ma, da oggi in poi, non avrai più problemi e ne potrai prendere quanti ne vorrai e di tutte le dimensioni. E tu, cornuto, guarda come la fotto e l'apro per bene una volta per tutte! Dopo questo lavoretto, il tuo non avrà più modo di sentirlo.»

Inizia a far scorrere il cazzo, strofinandolo lungo la fessura lucida di umori. La punta del suo cazzo separa le sue labbra rosa. Lei geme mentre lo sente premere contro il suo buco. Lui spinge i fianchi un paio di volte e lei urla, mentre il cazzo enorme si fa strada dentro di lei. Lui la guarda e commenta.
«Accidenti, come sei stretta! Non ho mai avuto una fica così stretta come questa tua! Sembri vergine davvero! Dopo questo passaggio, la tua piccola fica non potrà più far a meno di cazzi enormi come questo!»
Dentro di me, penso che sarà proprio così! Lui affonda lentamente, ma con decisone, un po' per volta, glielo pianta tutto dentro, fino alla radice. La vedo sobbalzare e spalancare la bocca, senza emettere alcun suono. Lui resta immobile e lei si rilassa, poi lui incomincia a pomparla con affondi sempre più lunghi e profondi. Lei, dopo un primo momento da passiva, adesso incomincia a godere e, quindi, lo asseconda, spingendo in alto il corpo per andare incontro a quel mostro che la sfonda. Urla e gode.
«Mi sfondi divinamente! Dai, più forte! Fammi godere ancora! Sei meraviglioso! Mai goduto così tanto! Dai, ancora! Vengo!»
Ora la pompa davvero forte, vedo colare il suo piacere mentre quella che era la mia figa si adatta alle nuove dimensioni. Mia moglie mi guarda, cercando comprensione, che, effettivamente, trova nei miei occhi. È vero la sto ammirando per come si sta facendo sbattere da questo energumeno che le sfonda la fica. Gode senza ritegno e poi, dopo l’ennesimo orgasmo, lui resta immobile ben piantato tutto dentro di lei: sta sborrando dentro mia moglie! Nello stesso istante lei ha di nuovo un orgasmo e vedo la sua fica che si contrae attorno al suo cazzo, mentre lui la riempiva.
«Ti inondo! Ti sto sborrando dentro! Lo senti! Mi stai risucchiando il cazzo da come si contrae la tua fica! Bellissimo! Che troia! Accidenti che gran troia ho trovato!»
Si sfila e vedo una gran quantità di crema sgorgar fuori dalla fica ancora oscenamente dilatata. Lui le scioglie i polsi ed io la guardo mentre lei adesso si sente in imbarazzo per aver goduto con lui davanti a me come una puttana.
«Adesso potete andare. Sei davvero brava; mi piaci molto e sei anche molto carnale! Vedrai quanti soldi ti faccio fare! Ti mando un messaggio per domani.»
Lei si riveste sommariamente e ce ne torniamo nel nostro appartamento. Non ci diciamo nulla e, dopo una rapida doccia, lei se ne va a letto. Io resto a meditare su tante cose che vorrei sapere, ma la vedo dormire: del resto era sfinita e, quindi, lascio perdere.

Per tutto il giorno dopo, la vedo un po’ nevosa, ma non le chiedo nulla. Lui ci manda un messaggio dicendo che ci aspetta alle 20:00 a casa sua. Appena giunti, ci ordina di entrare in camera, ordina a lei di spogliarsi ed a me di avvicinarmi: mi spiega come usare la videocamera.
«Voglio che fai delle riprese mentre la scopo.»
Appena nudo, le ordina di succhiargli il cazzo, finché non sarà diventato duro. Attraverso lo schermo della videocamera, ho visto la sua bocca muoversi su e giù lungo quel cazzo, che è subito lievitato, crescendo, a mio avviso, ancora più della sera prima. Lui, una volta eccitato, l’ha distesa sul letto con il viso in giù; le ha legato ancora i polsi alla testiera, poi le sistema un cuscino sotto il ventre, facendo sollevare il sedere. Intuisco il suo progetto e lo guardo, mentre lui adesso va a spiegarle cosa farà.
«Adesso ti apro anche dietro. Preparati a provare un po’ di dolore, ma vedrai che poi passa e ci proverai gusto.»
Ero sconvolto. Avevo provato in passato a farle il culo, ma lei si era rifiutata provando molto dolore con il mio cazzo, che non era nemmeno la metà di questo! L’avrebbe spaccata di sicuro. Lui invece non ha fatto altro che iniziare a lubrificarlo con del gel e poi, dopo un po', sentiamo suonare alla porta; lui mi dice di andare ad aprire. Resto stupito, ma eseguo. Apro e mi trovo davanti l’inquilino del nostro stesso pianerottolo, quello completamente calvo. Basito, lo vedo entrare deciso, dirigendosi in camera. Saluta il padrone di casa e poi si spoglia. Io lo guardo, mentre lui parla con Gianpaolo.
«Allora è vero che è vergine di culo? Non sai quanto ho desiderato questo momento! Adesso, le faccio un bel servizietto e tu, cornuto, riprendi bene quando le aprirò il culo!»
Sono sconvolto e mi sento mancare: un coinquilino che ci potrà incontrare ogni giorno? Michela sembra sconvolta, ma, essendo a faccia in giù, non vedo il suo volto. Gianpaolo, mentre il pelato si spoglia, mette del lubrificante sul dito medio e continua a lubricare il culetto di mia moglie, che cerca di dimenarsi facendo capire che non gradisce la sodomizzazione.
«Ti prego, no! Non l’ho mai preso nel culo! Mi farete malissimo!»
Andrea si è spogliato e vedo il suo cazzo che è lungo sì, ma di spessore inferiore a quello di Gianpaolo.
«Scherzi? Fermarmi? Ma lo sai da quanto ho voglia di incularti? Non mi è sembrato vero, quando lui me l'ha detto! Adesso ti sfondo!»

Michela ha iniziato a piangere, immaginando il dolore cui andava incontro. Andrea si era già lubrificato il cazzo e lo ha appoggiato al buchino molto stretto. Allora Gianpaolo le ha dato due sonore sculacciate e lei si è rilassata; Andrea mi ha guardato ed invitato a star dietro di lui in modo da riprendere per bene l'inculata di mia moglie. Mi son inginocchiato, ho inquadrato la scena e lui, con un colpo secco, le è entrato dentro. Lei ha gridato forte, mentre lui ha affondato in lei, senza pietà.
«Aaaahhhi!! Mi spacchi! Fa piano, me lo sfondi! Togliti che fa male! Esci, ti prego!»
Ma lui è rimasto insensibile alle sue richieste ed ha preso a pompare il culo di Michela, sempre più forte. Ho visto lei inarcare la schiena e piangere, mentre lui godeva come un pazzo furioso. Ho pensato che sarebbe venuto subito, invece era molto resistente: l’ha pompata a lungo, fin quando lei si è arresa, ha rilassato i suoi muscoli e lui ha goduto dentro il suo martoriato culetto, con un grugnito da vero porco.
«Che meraviglia! Sì, me lo godo tutto! Adesso te lo riempio di crema bollente! Ti sborro in culo, vacca!»
È rimasto piantato dentro di lei e ho visto le contrazioni dei suoi glutei, chiaro indizio delle schizzate che le stava donando: ne ho contate sei. Ad ogni contrazione, le riversava in culo una bella schizzata di sborra. Contento, se ne è uscito ed io ho filmato il culo di mia moglie ben aperto, da cui colava un rivolo di crema bianca e, per fortuna, senza segni di lacerazione. Mentre Andrea se n’è andato in bagno Gianpaolo ha preso, il suo posto. Di colpo le è entrato dentro, senza nessun riguardo. Lei ha sussultato e si è girata con lui che, sadicamente, le chiavava il culo.
«Adesso te lo finisco di rompere io! Lui ha solo aperto la via, ma io te lo apro del tutto!»
Io ero sempre lì a filmare ed ho visto che, mentre lui continuava a spingere il cazzo dentro di lei, Michela ha sbottato ancora una volta per il dolore. Potevo vedere il suo piccolo anello allargarsi per consentire l'ingresso di quel mostro. Lui non le ha dato tregua ed ha continuato a spingere.
«Rilassati, che è meglio, tanto non posso far a meno di sfondare un bel culo come il tuo! Devo sfondarlo completamente!»
Poi di colpo lo sfintere ha ceduto e lui è affondato tutto dentro di lei, che ha emesso un ennesimo grido, per poi quasi svenire. Lui le ha pompato il culo a lungo e poi le è venuto dentro a sua volta. Durante tutta l’inculata, Andrea si è fatto succhiare il cazzo, anzi, per esser precisi si è scopato la bocca di Michela, che doveva reggere Gianpaolo nel culo e l’altro in bocca.

Fortunatamente Andrea, questa volta, è venuto relativamente presto e le ha scaricato in bocca un’altra buona dose di crema.
«Bevi, zoccoletta! Bevi e succhia, che ti voglio anche scopare! Dai, succhialo, deve restar duro!»
Gianpaolo si è sfilato e Andrea ha preso a scoparla da dietro. L’ha fatta sollevare un po' e le ha infilato il cazzo in fica da dietro, pompandola a ritmo sostenuto. È durato una ventina di minuti e, infine, le ha sborrato in faccia. Soddisfatto se n’è andato, dopo aver dato una busta a Gianpaolo, che ha liberato i polsi di Michela e le ha detto che era tutto finito e si poteva rivestire.
Lei, stremata, non riusciva neanche a muoversi. Prima di uscire ci ha detto che, con questo, avevamo già pagato uno dei due mesi di arretrati, e ci ha dato un po’ di soldi in contanti.
«Questi te li ha lasciati Andrea. Vedrai non ti disturberà più; a lui piacciono solo i culi vergini: una volta chiavati, non hanno più alcun interesse. Adesso riposati, che presto ti faccio lavorare di nuovo.»
Siamo scesi nel nostro appartamento; lei ha aperto la busta e ci ha trovato cinque pezzi da cento. I due giorni successivi sono stati davvero duri per mia moglie. Sedersi, camminare, andare in bagno, era tutto un dolore. Pr tutta la settimana non lo abbiamo sentito e lei si è ripresa. Al sabato, ci ha detto di salire da lui verso le 19:00.
«A casa mia e non far tardi, che hai un cliente!»
Quando siamo entrati, mi è stato detto di sedermi sul divano nel soggiorno, così ho fatto ed ho visto Michela che veniva condotta da Gianpaolo in camera da letto. Ben presto è uscito fuori ed ha acceso la TV: c'era la telecamera accesa che mi mostrava ciò che succedeva nella camera. C'era un uomo, lì dentro. Aveva più o meno la stessa taglia di Gianpaolo. Le ha detto di spogliarsi e lo stesso ha fatto anche lui. Il suo cazzo non era grosso come quello di Gianpaolo, ma faceva comunque aver contezza di quanto il mio fosse piccolo. Ho sentito chiederle di iniziare a succhiargli il cazzo, cosa che lei ha fatto inginocchiandoglisi davanti; ha iniziato a lavorarlo di bocca e ben presto gli è diventato grosso e duro. Allora l’ha fatta sdraiare sul letto a cosce aperte, si è messo a leccarle la fica fin quando lei non è venuta. Lui allora si è disteso e l’ha fatta salire su di sé e lei ha iniziato a cavalcarlo, godendo molte volte. Ho visto Michela urlare di piacere, mentre lui, con le gambe inarcate, la sbatteva dal basso. Dopo un po' ha cambiato posizione: l’ha messa di lato ed ha continuato a scoparla molto energicamente.

Ha continuato a chiavarla per circa una trentina di minuti. Non so se dimostrava quella resistenza sebbene fosse venuto o, semplicemente, era il suo modo di ritardare al massimo la sua goduta; sta di fatto che quella sua galoppata l'ha fatta godere tantissimo! Alla fine le è venuto dentro con un grido forte, cosa che ha provocato in lei l'istinto ad abbracciarlo forte: era chiaro che la scopata le era piaciuta molto. Lui si sfila e vedo benissimo la sua fica ben dilatata, da cui esce un rivolo corposo di crema bianca. Una volta che il tizio ha finito, vedo consegnare dei soldi a Gianpaolo e va via. Subito dopo esce anche Michela. Gianpaolo le si avvicina e, sorridendo compiaciuto:
«Tieni, questa è la tua parte. Sono la meta dei soldi che ha appena pagato per averti. Sei stata davvero brava. Il tizio conosce molte persone cui piace divertirsi con puttane come te; vedrai la pubblicità che ti farà e quanti clienti sarà capace di procurarti.»
Le mette in mano due banconote da cento, lei gli sorride e torniamo a casa. Per le due settimane a seguire si ripete la stessa cosa. Lei scopa e io guardo. Poi è stata la volta di tre soli clienti, ma molto dotati, ed anche in quell'occasione lei ha dimostrato di esser in grado di reggere bene l'impatto: non si è negata e li ha presi con disinvoltura: ormai era ben allenata. In tutte le volte succedute nel tempo, ho visto Michela godere molto, mentre il sesso fra di noi era divenuto inesistente. Dopo che lei aveva scopato, in silenzio mi recavo nel bagno e mi segavo facendo scorrere nella mia mente le immagini di lei che godeva fra le braccia di quegli sconosciuti. Poi tornò il suo primo cliente, chiedendole, questa volta, il culo. Inizialmente lei ha mosso qualche resistenza, ma lui è stato irremovibile, allora ha dovuto cedere: se l’è inculata con tanto piacere da parte sua, un po’ meno da parte di mia moglie, ma, in definitiva, ormai era ben aperta in tutto. Anche in questa occasione Gianpaolo si è complimentato con Michela per avergli fatto fare bella figura. Ormai lei era sempre più lanciata verso il piacere di vendersi e, non mostrava più alcun ritegno. Non era più una questione di necessità economica a spingerla, ma il piacere di esser trattata da puttana che le metteva foga addosso e la faceva scopare con entusiasmo, che era poi la caratteristica che piaceva tanto ai clienti, al punto da tornare a cercarla. Poi ci fu un notevole cambiamento anche per me. Un pomeriggio, Gianpaolo mi dice che ha bisogno di un piacere da parte mia. Deve accontentare un cliente molto particolare e non ha nessuno di cui potersi fidare e, se gli presto il mio aiuto, possiamo considerarci liberi da ogni obbligo nei suoi confronti. Ne parlo con Michela, che mi spinge ad accettare. Tutto quello che mi chiede Gianpaolo è di recarmi a casa sua e il resto me lo avrebbe detto lui di persona.

Appena entrato, mi fa fare una doccia e poi, nudo, mi lega le mani al letto, mi benda, quando sento delle voci che mi rigirano prono e mi legano a gambe aperte. E' allora che intuisco che non dovrò esser l’oggetto di un desiderio gay. Una lingua mi si infila fra le chiappe. Provo a ribellarmi, ma sono immobilizzato, cerco di dissuaderlo, ma ottengo l’effetto contrario.
«No, non voglio! Il mio culo non è in vendita! Non sono frocio! Non mi piace farmi inculare!»
La voce ride e poi mi dice che, se mi agito, per lui sarà ancor più piacevole.
«Sì, dai, ribellati! Adoro chi non si sottomette! Ti sfonderò il tuo bel culetto e, se non ci stai, mi ecciti di più! Dai, agitati pure che mi eccita!»
Mi lecca e cerco di serrare le chiappe per evitare la sodomizzazione; però mi sento aprire con forza e dopo poco una bruciante cappella si appoggia al mio sfintere. Serro le natiche, ma vengo sculacciato con forza e, alla fine, sono costretto ad allentare le chiappe; in quel preciso momento un cazzo molto grosso mi sfonda le reni. Mi sento trafiggere e spaccare davvero il culo. Urlo ed imploro, ma non serve ad altro che eccitare il porco che mi pompa per un tempo che a me sembra eterno. Mi sfonda a lungo il culo, poi me lo farcisce con una dose di crema incredibile. Non la finiva più di schizzare nel mio culo. Alla fine resta per un po’ immobile, sempre piantato dentro, poi lo sfila di colpo ed avverto che ho il culo ridotto ad una voragine. Lui me lo mette davanti alla bocca, mi obbliga ad aprirla e me lo infila dentro.
«Adesso me lo lecchi e succhi bene, che voglio mi ritorni duro. Se sarai bravo, ti scopo ancora un po’ il culo e poi ti vengo in bocca, altrimenti ti infilo una mano su per il culo e te lo sfascio per davvero.»
Terrorizzato da questa prospettiva, lo succhio come se non ci fosse un domani, dopo di che mi scopa di nuovo il culo e, alla fine, si scarica nella mia gola. Avverto dei conati di vomito mentre mi sborra in bocca, ma sono costretto a reprimerli, anche perché ho il cazzo in gola e lui mi tiene chiuso il naso: se volessi respirare, devo ingoiare! Alla fine se ne va e Gianpaolo mi libera. Sono a pezzi, ma lui è soddisfatto.

«Bravo! Adesso che anche tu hai il culo rotto, ti troverò dei buoni clienti, cosi sarai anche tu a guadagnare!»
All’inizio non mi piaceva per niente, ma poi mi son adeguato.
Alla fine della pandemia, io e mia moglie abbiamo continuato ad esser una coppia di escort, pronti a soddisfare ogni cliente e, adesso, i soldi non sono più un problema.