Pugnetta a domicilio

Vi racconterò una storia di quando sparavo pugnettoni a domicilio a vecchi conosciuti nella Spa dove lavoravo. Tra un massaggio e l'altro, arrotondavo concedendomi al vecchiaccio di merda che mi allungava le mani. Avevo ventidue anni, allora. Mi servivano soldi per poter frequentare i corsi di scrittura creativa. Mi limitavo a spugnettarli duro. Glielo impugnavo quel cazzetto moscio che, nella migliore delle ipotesi, da duro diventava un dodici centimetri scarsi, e aspettavo che schizzassero la sborra densa che faticava a uscire dal buco del glande. Solo in un paio di occasioni, dato che mi faceva male il braccio a furia di sagare a sangue, per fare prima ho tirato giù un paio di boccate, di pompe rapide, ottenendo il risultato desiderato. Non mi sono mai fatto schizzare in bocca: mi faceva troppo schifo. Allora non ero un porcellino come adesso. Ero un po' timido, ma la voglia di arte mi spinse a fare di necessità virtù e perciò decisi di arrivare ai risulti prefissati prostituendomi, seppur usando solo la mano. Spesso, dopo il lavoro, avevo il "turno" della pugnetta. Salivo in macchina e raggiungevo i porci nelle loro case o nei loro studi, e li segavo a dovere. Se lo lasciavano fare con piacere. Ci davo dentro di brutto stando in piedi, e non mi vergogno ad ammettere che a quel periodo, vista la mia inesperienza, ciò che da principio era senso di schifo, col tempo divenne piacere. Sentire quei cazzetti che mi diventavano duri nel palmo, mi faceva bagnare. La sborra calda e densa che mi colava sulle dita quando avevo finito, mi appagava, e poi, in fine, la cosa più bella: i soldi. Si guadagna davvero tanto quando si è carini come me e disponibili. Mi eccita anche sapere che vi masturbiate leggendo quel che scrivo. Certo, la mia bravura nel narrare vi coinvolge, ma ipotizzare che queste vicende possono essere vere, vi aiuta a farvelo tirare su.