Col mio amico
Era da un po’ che col mio amico non ci vedevamo e passavamo del tempo assieme. Ci frequentavamo da ragazzini, praticamente. Abbiamo fatto ogni cosa in due: dalla scuola al primo bacio (cosa ingenua e tenera, da piccoli, a stampo tra noi, per provare com’era).
Da poco avevo cominciato a scrivere per un blog che trattava di erotismo. Aveva la pretesa di essere il Playboy del web, così si definiva. Comunque era una cosa seria. Contenuti fantastici, grafica idem, scrittori capaci e io ero tra loro.
La mia agenzia mi aveva fatto ingaggiare per 2.200 euro mensili, cifra da capogiro. L’evento doveva essere festeggiato.
Approfittando che il mio amico era in città per quel periodo, organizzai lì per lì un’uscita assieme, come ai bei vecchi tempi.
Lo telefonai e gli proposi una cosa semplice. C’era un locale che inaugurava l’apertura in quel fine settimana. Saremmo potuti andare a bere qualcosa, ballare e scambiare quattro chiacchiere, criticando i presenti (cosa che ci divertiva un mondo, facendoci ammazzare dalle risate).
Quel sabato erano quasi le 22:00 e cominciai a prepararmi per la serata.
Avevo cambiato appartamento, o meglio: non vivevo più in casa coi miei, data la montagna di soldi che mi sarebbero piovuti addosso per non fare un cazzo, praticamente. La vita da artista, intellettuale è favolosa quando c’è il ritorno economico.
Giunsi sotto casa del mio amico che erano quasi le 23:00.
Arrivati sul posto, proprio accanto a dove stavamo parcheggiando, due ricchioni stavano scopando. Non mi era mai successo di vedere una cosa simile, non dal vivo. Quello che stava dietro ci dava dentro di brutto e l’inculato aveva impressa in viso l’espressione del dolore, però si mordeva le labbra per il piacere. Non durò molto: quello che lo prendeva sborrò senza che nessuno gli scappellasse il cazzo. Si vedeva lo sperma che gli colava mentre continuava a venire stantuffato dal maschione che aveva alle spalle.
Decidemmo di andare per la nostra strada, lasciano i due a ficcarsi e godersi il loro momento, abbandonandoli alla propria intimità.
La serata non era cominciata affatto male: una trapanata del genere me la sarei fatta fare volentieri!
C’era addirittura la fila per entrare.
Mentre ce ne stavamo a ridere e scherzare, dei tipi ci si avvicinarono, fino a poggiarcisi contro al culo. Approfittavano del fatto che la coda ci tenesse tutti appiccicati. Due balordi del genere, due fighi come noi non li avevano neanche mai visti. Solo farglielo annusare sarebbe stato una grande conquista per loro.
Mi sentivo eccitato per quello che avevo visto arrivando e per il bozzo duro contro al mio culo, di quello sconosciuto che spingeva senza tante remore o vergogna. Lo lasciavo fare, oltre quello non poteva accadere.
Il mio amico cominciò ad ansimare a singhiozzo. Non si trattiene quando è eccitato. Lo era, nel sentirsi molestato sul culo dal cazzo in tiro, seppur nei pantaloni, di quel tizio.
Quelli principiarono a spingere col bacino, come se avessero cominciato a chiavarci. La cosa non durò molto, per loro sfortuna, infatti aprirono l’ingresso, lasciando i segaioli fuori.
Il posto era davvero molto bello ed elegante. La musica non faceva schifo come accade di solito e la gente era un misto tra tamarri e tipi e tipe alla moda, con un minimo di stile.
Ci avvicinammo immediatamente al bar per bere qualcosa. Neanche a dirlo: dei giovani molto carini ed educati ci offrirono quel giro. Non erano persone che ti saresti scopata nei bagni o fuor dal locale, o magari nel parcheggio, come i ricchioni che avevamo incrociato al nostro arrivo, erano più tipi da conoscere, frequentare, ma io, per quel che mi riguardava, non ne avevo intenzione. Non volevo impegnarmi con nessuno proprio nel momento in cui ero riuscito ad avere l’indipendenza economica ed essere andato a vivere da solo.
Restammo in loro compagnia per un’oretta circa e fu piacevole, devo ammetterlo.
Dissi al mio amico che volevo andare a ballare. Lei era più rapito di me dai nostri nuovi amici e ci volle un po’ prima che si decidesse ad accompagnarmi. Forse quei ragazzi pensarono che la serata stava volgendo bene per loro. Dal mio punto di vista non era certo così.
Il cocktail che avevo bevuto era piuttosto forte e siccome il mio amico aveva lasciato il suo, mi ero scolato anche quello, per non parlare dei sorsi che ci fecero fare quei ragazzi dalle loro bevande.
Eravamo un po’ storditi. I sensi inibitori cominciavano a sciogliersi e noi, di conseguenza, a lasciarci andare.
Presi a ballare scuotendo la testa e facendo volare i capelli da destra a sinistra. Non potevo permettermelo: l’alcol mi fecero traballare, facendomi finire su un ragazzo alle mie spalle. Gli franai addosso e quando mi girai, stonato com’ero, lo abbracciai buttandomici contro, posando la faccia su suo petto. Gli portai le mani al culo, mentre tenevo gli occhi chiusi per evitare che il mondo attorno a me continuasse a volteggiare.
Il mio amico mi tirò indietro, divertito. Rideva come un pazzo. L’esca per quello sconosciuto era stata involontariamente sganciata e lui l’aveva colta al volo.
Tornò ad afferrarmi per i fianchi e a poggiarmi il cazzo contro la pancia. Afferrai la mano del mio amico e la condussi dietro il tizio. Gli appoggiava il cazzo contro al culo, strusciandocisi. Lo avevamo messo in mezzo e facevamo i matti: era divertente.
Lui era pronto per una scopata. Ne sapevo qualcosa, in quanto mi stava perforando la pancia col cazzone.
Feci in maniera di scivolare accanto al mio amico. Gli dissi nell’orecchio di uscire con quello e di farcelo. Dapprima lei rise imbarazzato, poi lo guardò e cambiò idea. Non avevamo mai fatto una cosa simile, lui, almeno, io delle esperienze del genere le avevo vissute.
Ero ubriaco. Mi sentivo la testa pesante. Diedi così, d’istinto, un bacio sul collo del mio amico, abbracciandolo. Tenevo sempre gli occhi chiusi.
Da dove avevamo lasciato i nostri nuovi amici, questi ci guardavano con rassegnazione, avendo appreso d’aver perso un’opportunità. Dopo tutto il denaro sganciato per farci bere e ubriacarci, a cogliere contemporaneamente i frutti umidi di quei due ragazzi, sarebbe stato uno che chissà chi era!
Mi voltai nuovamente verso colui che sarebbe dovuto esse il nostro cavallo da monta e gli afferrai il cazzo da sopra i jeans. Stringevo forte e facevo su e giù per segarlo, anche con una certa foga, mentre ridevo come uno scemo. In tutto ciò, il mio amico mi ballava poggiato contro al culo, strusciandocisi e baciandomi sul collo.
Lo sconosciuto non perse tempo e ci condusse fuori. Neanche a farlo apposta ci fermammo proprio nello stesso identico punto dove prima si stavano inculando i due ricchioni. C’era ancora la sborra a terra, se ne vedevano le macchie sul selciato e si sentiva l'odore di maschio che emanava.
Mi sbatté letteralmente con la schiena contro al cofano di una macchina e mi mise il mio amico di sopra. Stavo con le cosce aperte, col mio amico che c’era finita in mezzo. Lo scemo, ridendo (cosa che facevo anche io), mi palpava. Mordeva i capezzoli e li tirava su finché poteva, poi si attaccava come se dovesse bere il latte. Io lo lasciavo fare.
Fu un po’ sconvolgente, devo ammetterlo, quando mi mise la mano tra le gambe e cominciò a spugnettarmi. Non me lo aspettavo!
Il tizio, nel frattempo, era in ginocchio proprio dietro al mio amico e se lo menava per farselo venire bello in tiro. Mentre lo faceva, ci leccava i buchi del culo.
Io perseguivo a tenere gli occhi chiusi ed ero come assonnato, muovendomi al rallentatore. Tenevo fuori la lingua nella speranza che il mio amico cominciasse a succhiarmela, ma era troppo preso con i miei capezzoli.
Il Ragazzo, senza infilare alcun preservativo, schiantò il cazzo nel culo del mio amico. Lo fece con foga, tanto da spostarlo di brutto e levandomelo da dosso. Lui quasi cadde dal cofano.
L'altro estraeva la minchia dal suo culo e la infilava nel mio, così, continuamente. Ci scopava contemporaneamente.
Finalmente decise di dedicarsi a uno di noi. Mentre sfiancava il mio amico a suon di cazzo in culo, io slinguazzavo di gusto quest'ultimo, scapocchiandolo col pollice e l'indice. Non lo avevamo mai fatto tra di noi, a parte quel bacio innocuo da ragazzini. Non saprei dire se, in condizioni normali, da sobri, saremmo mai arrivati a tanto.
Volevo pure io sentire il cazzo dentro di me e andai proprio a toglierlo da dentro il ventre del mio amico, portandolo nel mio. Il tizio cominciò a darci giù duro anche col mi ano, che colava liquido di piacere.
Mi sentivo inerme, senza forze per come stavo godendo.
Mi ripresi un po’ appena sentì delle gocce calde schizzarmi sulla faccia. Qualcuna mi finì in bocca e fu dal sapore acidulo e salato che capì che si trattava di sperma e che quell’imbranato aveva già sborrato.
Il mio amico e io, nonostante che l’imbecille avesse terminato, continuammo, teneramente a baciarci tra noi. Mi piacque davvero parecchio quando mi pulì la faccia dal seme dello sconosciuto, leccandolo con la sua lingua, così come si lecca un gelato.
Lo misi dritto, in piedi e, per ricambiare, gli sparai una pugnetta, quelle rapide, a mano veloce, facendogli avere un orgasmo che gli fece tremare le cosce e per il quale stentò a reggersi in piedi, se non fosse stato per me, da cui si reggeva.
Ci rimettemmo in macchina, combinati come eravamo e ce ne tornammo a casa, la mia, dove passammo la notte, tra una leccata di capocchia e l’altra.