Milena (Parte2)

Milena oggi è bellissima: indossa un tubino nero sobrio e raffinato e calza delle splendide loboutin tacco dodici. E' una maniaca delle scarpe, ne ha una vera collezione. Bussa alla porta del mio ufficio ed entra, chiedendo permesso. Soregge tra le braccia un vassoio e sorridendo esclama:"Pausa caffè?".La pausa caffè è un'abitudine che ci siamo concessi da un paio di settimane. Intorno alle dieci diamo un taglio alla mattinata, concedendoci uno spazio di tempo per fare quattro chiacchiere. In realtà per me, è uno dei momenti più belli e intensi, dove posso interrogarla sul suo outfit del giorno. E a volte con una scusa qualsiasi le chiedo di farmi un defilè e ne approfitto per vederla camminare, infilando un passo dopo l'altro con una eleganza innata. Adoro vederla camminare. Anzi! Direi piuttosto, che mi eccita!
Il vestito che indossa oggi non mi è nuovo. Me ne accorgo quando si siede di fronte a me e accavalla le gambe. Glielo ho regalato io in occasione della festa della donna. Lo aveva visto in vetrina nel negozio che fa angolo sotto l'ufficio ed era rimasta estasiata. Comprarlo mi era sembrato un bel gesto, anche se in verità, desideravo vederglielo indosso. Si accorge che la sto fissando. Accavalla nuovamente le gambe e con un movimento inconscio comincia a muovere il piede giocherellando con la scarpa. E' un'abitudine che ha da sempre. A volte mi domando se lo faccia di proposito oppure sia una gesto naturale.
"Lo ricordi ancora?", mi domanda.
"Come scordarlo!", rispondo.
La prima volta che abbiamo fatto l'amore è stato qui. Su questa scrivania. E' stato un turbine di passione e follia allo stato puro.
Indossava proprio questo vestito.
Quel giorno era stato molto pesante. Cadeva l'anniversario della morte dei suoi genitori: 14 marzo 2005. Il suo umore era a pezzi. Per tutta la giornata aveva mantenuto lo sguardo assorto e triste. Era stata di poche parole e quando tutti se ne erano andati, aveva bussato alla mia porta ed era entrata tenendo in mano una bottiglia di vino e due bicchieri.
"Ti va di farmi compagnia?" aveva esortato.
"Cosa dobbiamo festeggiare?", replicai.
"In realtà nulla. Semplicemente questa sera non ho voglia di restare sola".
E iniziò a confidarsi.
Non ho mai sopportato vedere una donna piangere e abbracciarla è stato un gesto naturale. Le passai una mano sul capo e baciai la sua nuca. Lei discostò la testa dal mio petto e guardandomi negli occhi, senza indugio, mi baciò. E' stato un bacio improvviso ma desiderato. Ci siamo accesi come un fiammifero e mentre le nostre bocche combaciavano ci siamo quasi strappati i vestiti di dosso. Le mie mani premevano sui suoi glutei, così duri e sodi. Posai la mia mano sul suo seno, così tondo e perfetto e inizia ad accarezzarlo. Baciai i suoi capezzoli e li mordicchiai, per poi assaporare il suo collo dopo averlo lungamente odorato, per poi, tornare a baciarla, con le nostre lingue impazzite che non esitavano a cercarsi. Fremevo di desiderio e quando sentii la sua mano sul mio pene duro, che premeva sopra i miei boxer, desiderai la sua bocca e quasi con un gesto animale, premendo sulle sue spalle la feci inginocchiare, e come nel fermo immagine di un film, registrai nella mia mente quella scena. Il pompino migliore della mia vita: il movimento della sua mano che accompagnava quello della sua bocca, come fosse un perfetto spartito. E poi, d'improvviso lo faceva scomparire interamente, tanto che quasi mi pareva di sentire le sue tonsille sulla cappella. 
Un viso così angelico ma meravigliosamente perversa nell'intimità. 
Quando la sollevai facendola sedere sulla scrivania e posai la punta del mio sesso sulla sua vagina perfettamente depilata, ci guardammo per un istante, prima di premere e scivolare dentro di lei. Iniziai a muovermi tenendo le mie mani sui suoi fianchi. Ero eccitatissimo. Intervallavo momenti di estrema carnalità muovendomi all'impazzata dentro di lei a istanti in cui, quasi concedendomi una pausa, rallentavo il ritmo. Assaporavo ogni istante, ogni suo respiro e gemito. E pochi istanti prima di venire, quando mi sentii esplodere, lei esclamò:"Vienimi dentro". 
Fu un orgasmo incredibile.

Quel giorno, ebbe inizio, la nostra relazione.